martedì 31 marzo 2015

IL cadavere della democrazia

Il cadavere della democrazia
Nel Gran Consiglio Fascista l'opposizione rischiava l'arresto e la fucilazione. E' la sorta toccata a Galeazzo Ciano ed ad altri della famosa notte del 24 luglio del 1943.
Non so che cosa rischiano i membri della Direzione del PD. Fatto sta che, al netto della cosidetta sinistra, 120 componenti su 120 hanno approvato senza battere ciglio e senza la minima variazione il progetto di riforma elettorale denominato Italicum, un progetto di legge che riduce il diritto di voto ad una specie di burla, di sfottò di coloro che si recheranno alle urne. Una riforma elettorale che altererà per sempre la democrazia italiana facendone una democratura, la caricatura di se stessa
E' impressionante che nel giro di qualche ora di inesistente dibattito
ci sia una manifestazione così sconcertante di voto: è come se i 120 membri della maggioranza renziana della Direzione fossero tutti cloni di Renzi, come se nessuno di loro avesse un volto, un cervello, una propria testa pensante.
Si critica tanto il PCI ma alla Direzione del PCI un progetto come quello preparato dalla lobby che sostiene Renzi non sarebbe mai passato e ci sarebbero stati giorni e giorni di discussione. Sembra che a venti anni di distanza da allora nel PD originato dalla svolta della Bolognina i cervelli siano stati messi tutti all'ammasso. Si diceva che era il PCI che metteva i cervelli all'ammasso ma nel PCI si discuteva e non c'erano due membri della Direzione che non avessero almeno sfumature diverse di pensiero per non parlare delle differenze che intercorrevano tra Ingrao ed Amendola e tra i grandi leaders nazionali del Partito.
La cosidetta sinistra di Civati Cuperlo e la vecchia guardia di Bersani D'Alema ed altri hanno preferito non votare.Non hanno avuto il coraggio di confrontarsi con un voto diverso in Direzione. L'allontanamento è segno di enorme debolezza e di scarsa convinzione delle proprie ragioni. Non per questo saranno salvi ed avranno un futuro nel partito di Renzi.
Sconcertante la qualità dell'appoggio dei giornalisti opinion leader della borghesia italiana come Lucia Annunziata e Stefano Folli, un appoggio a tutto campo che spaccia per genuini prodotti della vita politica le scelte folli e laceranti di un ambiziosetto guastatore o, come preferisce definirsi, rottamatore della democrazia italiana.,

domenica 29 marzo 2015

Giuda

 La manifestazione di Giuda

La manifestazione di ieri alla presenza di Landini e della Camusso è stata possibile per la quasi patologica fidelizzazione alla dirigenza di parte della classe lavoratrice italiana. Camusso e  Landini non hanno combattuto la Job Act quando dovevano farlo e potevano anche vincere. L'unico sciopero che hanno fatto è stato il 12 dicembre dieci giorni dopo la pubblicazione della legge sulla gazzetta ufficiale. Hanno assecondato la manovra del governo facendo finta di combatterla come avevavo fatto prima con la legge Fornero.
Hanno ingannato e continuano ad ingannare la gente alla quale fanno credere che gli asini volano. Non esistono possibilità materiali per  modificare la legge in Parlamento. Potrebbero usare una legge fatta contro i lavoratori dal governo Monti con la quale in azienda si può decidere di non applicare una determinata legge in questo caso la Job Act-. Ma non faranno mai nulla del genere perchè in moltissime fabbriche italiane ed in molti posti di lavoro la Fiom e la CGIL sono organi ausiliari dell'azienda. Chiedetelo agli esiliati della Fiat di Melfi.
 Mi dispiace dirlo ma sono convinto che lavoratori umiliati e senza diritto facciano comodo non solo al padronato ed al governo ma anche al sindacato. Il potere su persone prive di diritto aumenta a dismisura su coloro che hanno una qualche cove in capitolo su di loro. Una classe operaia forte, cosciente dei suoi diritti, protetta dalla legge non è la benvenuta nè dal padronata e neppure dal sindacato.
  La spiegazione è semplice. Il sindacato deve dare conto al PD che è partito confindustrializzato e governativo a prescindere. Scopo del PD è la gestione del governo a prescindere da qualsiasi programma.
   Ecco perchè  in Italia non cambierà niente con la discesa in campo di Landini.  Creare una forza apparentemente a sinistra del PD ma in effetti ausiliaria del PD non è proprio quello che ci vuole per milioni di famiglie condannate alla precarietà ed a bassi salari.
  Solo un partito comunista può dare ai lavoratori la certezza della difesa dei loro diritti. Ma il sistema fa di tutto per impedirlo e per criminalizzare la storia vera autonoma dei comunisti a cominciare dalla Comune di Parigi.

Un atto contro la Pace

 Un atto contro la Pace del mondo

 Oggi manifestazione a Tunisi dei paesi antiterrorismo che si erano radunati a Parigi dopo la strage di  Charlie Hebdo. Ci saranno capi di Stato e di Governo. Trattasi in grandissima parte di esponenti governativi di paesi "volenterosi"che da mezzo secolo a questa parte partecipano alle spedizioni colonialiste dell'imperialismo americano da quella dell'Irak allo Afghanistan al grande bombardamento navale della Libia ed oggi dello Jemen. Finora hanno provocato milioni di morte e sofferenze inenarrabili ai popoli islamici non graditi agli USA.
  E' una manifestazione di protervia, di arroganza di condanna dei paesi che si difendono con la guerra asimmetrica chiamata terrorismo.
  Cortei come quello di Parigi e quello di Tunisi di oggi portano il mondo più vicino alla guerra perchè non aprono alcuna prospettiva di discussione e di pacificazione ma soltanto di distruzione.
   Tra i capi di governo che saranno a Tripoli coloro che stanno bombardando la capitale dello Jemen Seena: Arabia Saudita, Turchia, Egitto.

sabato 28 marzo 2015

Rai

l progetto di riforma della rai

 Il progetto di riforma della Rai è basato sul rafforzamento dei poteri dello Amministratore Delegato che dipenderà dal governo e dall'ingresso nel consiglio di amministrazione di un rappresentante del personale, uno dei più corrotti e lottizzati d'Italia con stipendi e trattamenti da favola che non hanno confronto in nessun paese del mondo. E' il compromesso tra la politica ed i cosidetti sindacati della Rai. Al peggio non c'è mai fine.

La Giustizia Ingiusta degli Italiani



La Giustizia Ingiusta degli italiani
Non so proprio se la fase definitiva dei processi per l'uccisione a Perugia della povera ragazza inglese sia stata illuminata dalla Giustizia. Non so se Sollecito e la sua amante americana siano colpevoli o innocenti. E' stata la vittoria dell'avvocato Bongiorno mia concittadina che si è fatta fama internazionale con la difesa di Andreotti e poi è stata deputata nazionale con il gruppo di Fini. Negli USA una intensa campagna massmediatica venata di razzismo e colonialismo contro l'Italia ha sostenuto la causa di Amanda che ha fatto i suoi bei dollaroni facendosi scrivere un libro sulla sua vicenda che ha fruttato 5 milioni di dollari.
Ho scritto che è stata la vittoria dell'avvocatessa Bongiorno e non della Giustizia perchè quello che conta in Italia è il denaro, denaro che un altro disgraziato ragazzo africano e povero coinvolto nella vicenda sadosessuale non ha e per questo è in galera e ci resterà per 16 anni. A livello mondiale la Magistratura a italiana si è sputtanata in Inghilterra perchè la famiglia della ragazza uccisa ed i suoi connazionali non hanno avuto giustizia e non l'avranno mai. In America si è esposta ai commenti beffardi di quanti fanno giustiziare persone anche se le sanno innocenti e consentono ai poliziotti di sparare ai neri impunemente ma che in certe occasioni ostentano la loro superiorità di civiltà imperiale sulle periferie dei loro dominions
Insomma vince il vincolo coloniale agli USA e vince il denaro profuso dalla famiglia Sollecito che si è potuto permettere una lotta giudiziaria durata sei anni ed il servizio di un avvocato di valore come la Bongiorno.

giovedì 26 marzo 2015

le primarie di Agrigento


 Le primarie di Agrigento apoteosi di Berlusconi

Nei giorni scorsi avevo scritto qualcosa sulla ipoteosi di Berlusconi. Sostenevo che la sua vittoria politica era stata anche una grande vittoria culturale avendo costretto il PD a diventare il fratello gemello di FI nel programma e nella composizione sociale. Le classi lavoratrici che costituivano la base dei partiti socialisti sono state disintegrate. Non esistono più come classi ed hanno perduto la loro missione storica dopo la Bolognina. Occhetto ha costruito una zattera sulla quale ha imbarcato l'oligarchia del PCI ma ha lasciato a terra i lavoratori al di là del fiume. Il colpo mortale definitivo è stato inferto con la Job Act.
La vittoria alle primarie  del PD di Agrigento di un classico politico berlusconiano, pura espressione dell'empirismo politico volgare inquadrato nello schema culturale liberista, è la conferma di un processo politico oramai storico iniziato nel 1994 e destinato a durare a lungo con il renzismo. Il renzismo è la forma odierna di berlusconismo. la disfatta delle classi lavoratrici  non poteva essere più grave. Il berlusconismo vince con il karakiri comunista cominciato con Berlinguer e proseguito con Occhetto. La laida corrottissima borghesia italiana ha cancellato dalla faccia della storia italiana il socialismo diventando dopo il ventennio fascista la classe generale di un regime che potrebbe durare anche cento anni come quello messicano del Partito Rivoluzionario Istituzionale.

martedì 24 marzo 2015

L'offerta di Gentiloni



L'offerta di Gentiloni alla Tunisia  perchè il suo governo è ruffiano dello Occidente,.

Ridicola e meschina offerta alla Tunisia da Gentiloni che sollecita l'Europa ad investirvi. Prima di tutto l'Europa come tale non investe da nessuna parte, sono i capitalisti  che investono laddove lo ritengono necessario e conveniente. In Tunisia sono già presenti perchè la manod0pera è quasi gratis e si possono imporre le condizioni più gravose nel silenzio magari riconoscente del Governo Tunisino.
 In secondo luogo la reazione dell'Italia alla strage del Bardo è fatta ad occhi bendati ed è sommamente stupida.Recriminare sui morti innocenti non serve a niente. Bisogna capire che cosa induce coloro che hanno sparato sui turisti a comportarsi così. Bisogna anche cercare di capire che non si possono bombardare per anni ed anni le città arabe senza alla fine suscitare rabbia rancore odio e desiderio di vendette. Criminalizzare il terrorismo significa comportarsi come il Generale Graziani in Libia  che impiccava i patrioti e non riconosceva le loro buone ragioni.
 Quando l'Occidente capirà che il terrorismo non è altro  che la risposta ai suoi misfatti sarà forse troppo tardi. Ma probabilmente l'Occidente non ha nessuna voglia di riflettere sul comportamento dei popoli islamici e va avanti sulla strada dello scontro sanguinoso.
 Bisogna comprendere che i morti del Bardo sono causati dalla Nato della quale facciamo parte. Non si possono condannare gli attacchi "terroristici" contro gli o ccidentali e continuare tranquillamente a bombardare con i Droni le città dell'Islam.

domenica 22 marzo 2015

Arroganza


 Arroganza

Ieri D'Alema ha attaccato Renzi dandogli dell'arrogante. Grandi risate di scherno e di ammiccamento dei pennivendoli di Regime. Uno dei loro capi GianAntonioStella è andato a consultare il suo poderoso archivio politico la scheda Massimo D'Alema e ne ha ricavato varie testimonianze di quanto fosse effettivamente arrogante e malucaratteri il Nostro.
E' vero, non sarò certo io a difendere D'Alema che non dimentico mai come bombardatore di Belgrado e del Kossovo. Tuttavia credo che ci siano delle differenze di qualità nelle due arroganze. L'arroganza di D'Alema è un dato caratteriale personale quella di Renzi è uno stile politico trasferito alle decisioni politiche come un rullo compressore delle istituzioni a cominciare dal Parlamento il quale è ridotto ad una larva di se stesso molto di più che ai tempi di Monti e poi di Letta.

 Si può essere arroganti personalmente ed avere rispetto delle istituzioni della Repubblica. Si può essere arroganti come Renzi ed essere privi di rispetto per tutto e per tutti a cominciare dalle istituzioni.

sabato 21 marzo 2015

Pirelli e altro

La Pirelli non c'è più!
Il principe Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo ad un certo punto commenta il vuoto lasciato sulla parete di uno dei saloni del palazzo da alcuni quadri che raffiguravano ognuno un feudo, una proprietà con non c'è più dicendo " C'è stato un volo di rondini!"
Anche l'Italia è teatro di grandi voli di rondini:oggi ha preso il volo la Pirelli che era stata fondata 140 anni fa ed assieme alla Lancia era in qualche modo il simbolo di Milano città industriale.
La Pirelli è stata venduta ad una grande compagnia statale cinese per sei o sette miliardi di euro. La Pirelli non sarà più italiana. I soldi che ne sono stati ricavati appartengono soltanto a coloro che possedevano la maggioranza delle sue azioni. Per l'Italia è un impoverimento netto come tutte le vendite e tutte le privatizzazioni.

L vestito, l'orologio e la tangente che manca!!!
I pennivendoli ed i politici italiani ci considerano proprio scemi, rimbecilliti da anni di televisione. Ci credono talmente tanto scermi da ritenere che il massimo beneficiario dei 30 o 40 miliardi di investimenti in opere pubbliche fosse il burocrate in pensione Ercole Incalza e che il Ministro cioè il capo assoluto del Ministero alle Infrastrutture si sia accontentato di un vestito sartoriale di un orologio per il figlio ed un biglietto aereo della moglie.?
I magistrati dovrebbero scoprire come stanno davvero le cose. Possibile che Lupi fosse un innocente agnellino sacrificato alla Pasqua italiana?

Resistenza, Resistenza!!
stanno trasmettendo su Rai Storia " Le quattro giornate di Napoli". Il racconto della liberazione d'Italia dalla dittatura nazifascista fatta dagli italiani. Quando arrivarono gli americani Napoli era una città libera dai tedeschi Eppure siamo trattati dagli USA -settanta anni dopo la fine della guerra- come nazione perdente e soggetta a gravi limitazioni della sua sovranità. Non abbiamo una politica estera e la piena disponibilità del nostro territorio. Sono lardellati da 100 basi militari USA che ci controllano ed in più siamo un deposito di bombe nucleari USA.
https://www.youtube.com/watch?v=SBXHf8zQFi0

venerdì 20 marzo 2015

Ci stanno prendendo in giro



 Ci stanno prendendo per il naso

 Magari sarà sbagliata ma l'impressione che si ricava dal rito delle dimissioni di Lupi è che sì è trattata di una cosa falsa, insincera, in cui il problema prevalente era quello di non fare danni al governo ed alla sua continuità politica. Della sostanza della questione e cioè del fatto che il maloaffare è dominante e pervade tutte le strutture dello Stato  non sembra importare niente a nessuno. La politica come un gigantesco pitone ha ingoiato la vicenda Lupi e l'ha già dimenticata. Domani altro giorno altro giro.
 C'è una cosa che non mi persuade. Non credo proprio che la famiglia Lupi si sia sporcate le mani per un pa cchiano orologio d'oro rolex, per un vestito e per un viaggio in aereo. Non lo credo proprio e lo trovo inverosimile. Non credo che Incalza sia il capo assoluto ed il referente di se stesso mentre Lupi si accontentava di un vestito sartoriale (valore mettiamo tremila euro).  Insomma trenta o quaranta miliardi di roba da tangentare con  gli appalti gestita soltanto dal Burocrate Incalza e da i suoi soci. Ci stanno mentendo spudoratamente a cominciare da Renzi!
Questa osservazione chiama in causa la Magistratura. Come mai si è saputo così poco del Ministro e della Sua Famiglia? Davvero Lupi  era così sprovveduto da sporcarsi le mani  dal commettere reato gravissimo solo per una giacca ed un  pantaloni? 
 Resta l'amaro in bocca e la sensazione di essere stati ingannati. Dove sono i soldi? Dove sono le mazzette di milioni e milioni di tangenti?

giovedì 19 marzo 2015

Tunisia, terrorismo e colonialismo



 Tunisi: Terrorismo e colonialismo

Ha ragione il Ministro Gentiloni quando dice che le persone che sono state
colpite ed uccise dentro il Museo Bardo di Tunisi sono "innocenti". Avevano soltanto la colpa di fare parte della folla di turisti occidentali che affollava il Museo, turisti diventati obiettivo dei "terroristi" assieme naturalmente al governo tunisino.
 Se è vero che i turisti sono persone innocenti la stessa cosa non si può dire dell'Italia e dell'Occidente che oramai da moltissimi anni sono impegnati in azioni di guerra devastatrici dei paesi musulmani. Dal 2001 ad oggi in Afghanistan e negli altri paesi ma in Iraq sin dai tempi di Bush padre e della guerra dei volenterosi l'armata raccattata dagli americani che coprire davanti il mondo le loro responsabilità imperialistiche.
L'Italia è tra le nazioni occidentali più impegnate nell'opera di distruzione dei paesi arabi.Soltanto in Libia abbiamo svolto più di tremila bombardamenti aerei e sotto la direzione della Nato partecipato alla occupazione di una estesa regione dell'Afghanistan nella quale siamo presenti con armamento pesante da guerra e certo non per costruire qualche scuola e qualche pronto soccorso come vorrebbe farci credere la propaganda dei nostri militari.
 Soltanto in Libano e fin dal governo D'Alema teniamo una guarniziane di oltre mille militari armati fino ai denti muniti di artiglieria pesante e di elicotteri da guerra. Questi mille militari sono stati collocati quando le cose per  l'esercito di isr<aele e sono andate male,Israele ha chiesto aiuto e l'Italia è intervenuta a protezione degli israeliani. Insomma non siamo una forza super partes che apparentemente. L'Italia fronteggia di fatto gli hezbollag.
  Il Presidente Mattarella si limita a condannare il terrorismo ed afferma che non abbiamo molto tempo. Non so che cosa intenda dire ma l'approccio alla questione è ottuso e manicheo: da qui il bene, di la il male. Ma non è questa la verità e la realtà. La condanna indiscriminata del terrorismo non ci porterà lontano e no n allontanerà da noi i pericoli di nuovi sanguinosi episodi magari nello stesso territorio nazionale.
 L'Italia deve cambiare radicalmente linea politica e militare. Deve smettere di qualificare come terrorista ogni azione proveniente dal mondo arabo. Deve smetterla di distinguere gli islamici in buoni e cattivi: Buoni sono coloro che stanno dalla parte della "democrazia" e dell'occidente cattivi sono tutti gli altri.  L'esaltazione che è stata fatta del Parlamento tunisino come modello di imporre a tutto il mondo islamico non porta da nessuna parte perchè il Parlamento tunisino è espressione delle classi sociali privilegiate che non condividono la fame del loro popolo e non si propongono nessun programma di risanamento sociale. Lo stesso dicasi per l'Egitto nel quale 100 milioni di persone sono condannate in grandissima parte alla fame ed alla disperazione.  L'Italia dovrebbe cominciare a pensare di rapportarsi in modo diverso ed autonomo verso i vari paesi islamici. Dovrebbe ritirare le proprie guarnigiani dall'Aghanistan dall'Iraq dal Libano. Dovrebbe proporre alla Europa una politica diversa verso il mediterraneo e verso l'islam. Renzi a volte sembra aperto a questa necessità  ma i suoi ministri ed il Presidente della Repubblica continuano a parlare il linguaggio propagandistico antiterrorismo dell'Impero.
 L'Italia ha avuto una politica saggia ed illuminata di apertura al mondo arabo. L'ha avuta con Moro, con Andreotti, con Craxi. Ma questi dirigenti sono stati criminalizzati dagli Usa, da Kissi nger ed hanno passato i loro terribili guai. Moto è stato ucciso con la complicità di Cossiga e dell'Italia. Craxi e Andreotti hanno fatto una brutta fine.
  Il terrorismo non è altro che guerra asimmetrica, la risposta che movimenti di nazionalismo panislamico danno all'azione distruggitrice dell'occidente. Uccidere inermi ed innocenti turisti che affollano un Museo non è diverso dallo uccidere con bombardamenti aerei fatti con i Droni. Appena ieri un quarto della popolazione di Gaza ha avuto le case bombardate e la morte di duemila persone e tra questi cinquecento bambini. Non è terrorismo questo? E' vero che l'azione appartiene ad Israele ma non è forse Israele sostenuta dalla Nato e dall'Italia'  Anche notte aerei Nato bombardano lo Jemen, il Pakistan, la Somalia. La Siria galleggia letteralemente nel sangue umano. Un esercito di mercenari finanziato dall'Occidente e dall'Arabia Saudita da quattro anni vuole abbattere il legittimo governo di Assad ed ha già provocato dieci milioni di profughi su diciotto milioni di abitanti , 200 mila morti ed oltre un milione di mutilati.

lunedì 16 marzo 2015

Imperialismo tedesco

www.resistenze.org - pensiero resistente - imperialismo - 21-01-15 - n. 527


L'ascesa dell'imperialismo tedesco e la falsa "minaccia russa"

James Petras | petras.lahaine.org
Traduzione e note a cura di Pablo Genova

16/12/2014               

Introduzione: il principale appoggio ideologico che assicurava un sostegno finanziario e politico massiccio da parte dei più importanti industriali tedeschi era la minaccia comunista e sovietica. La maggiore spinta militare nazista, che assorbiva i due terzi delle sue migliori truppe, era diretta verso oriente per conquistare e distruggere la Russia.

La "minaccia russa" giustificò la conquista e l'occupazione dell'Ucraina, dei Balcani, dell'Europa orientale e degli stati del Baltico [1], da parte della Germania nazista, con l'aiuto di una parte sostanziale di collaboratori locali nazisti.

Dopo la sconfitta, la divisione e il disarmo della Germania e con l'estensione del potere sovietico, gli USA ripristinarono i giganti industriali e bancari nazisti, gli ufficiali e il personale dei servizi segreti. All'inizio essi furono coinvolti nella ricostruzione della loro economia domestica e il consolidamento del potere politico, in collaborazione con le forze di occupazione militare statunitense.

Nei tardi anni Sessanta del Novecento la Germania [2] riacquistò il primato economico in Europa e fu all'avanguardia nell' "integrazione europea", in associazione con la Francia e l'Inghilterra [3]. Presto essa arrivò a dominare le principali istituzioni decisionali dell'Unione Europea (UE). L'UE è servita come strumento di conquista tedesco "in segreto" [4]. Anno dopo anno, attraverso "aiuti" e prestiti a basso interesse, l'UE ha facilitato la penetrazione del mercato capitalistico tedesco e l'espansione finanziaria, verso l'Europa meridionale e centrale. La Germania ha fissato l'agenda dell'Europa occidentale, guadagnando il predominio economico, mentre beneficiava del sovvertimento e dell'accerchiamento statunitense dell'Europa orientale, della Russia e degli stati baltici e balcanici.

Il grande balzo in avanti della Germania: l'annessione della Germania Orientale e la fine dell'Unione Sovietica [vedi anche]

La proiezione della potenza tedesca su una scala mondiale non sarebbe mai avvenuta se essa non avesse annesso la Germania orientale [5]. Nonostante le pretese di beneficenza ed "aiuti" della Germania occidentale all'Est, il regime di Bonn si procurò parecchi milioni di ingegneri preparati, lavoratori e tecnici, rilevò fabbriche, fattorie produttive e soprattutto i mercati dell'Europa dell'Est e della Russia per i prodotti industriali, dal valore di miliardi di dollari. La Germania fu trasformata da partner emergente ed influente nell'UE nella più dinamica potenza espansionista in Europa, specialmente nelle economie dell'ex Patto di Varsavia [6].

L'annessione della Germania dell'Est [7] e il rovesciamento dei governi comunisti all'Est permise ai capitalisti tedeschi di dominare i mercati del precedente blocco orientale. Come principale partner commerciale, esso prese il controllo delle principali imprese industriali attraverso le privatizzazioni corrotte decretate dai regimi clienti filo capitalisti appena creati. Quando la Repubblica Ceca, la Polonia, la Slovacchia, l'Ungheria, la Bulgaria, gli stati baltici "privatizzarono", "denazionalizzarono" i settori economici strategici, il commercio, i mezzi di comunicazione e i servizi sociali, la Germania "unificata" fu in grado di riassumere una posizione privilegiata. Quando la Russia cadde nelle mani di gangsters, di oligarchi emergenti e fantocci politici dei capitalisti occidentali, la sua intera infrastruttura industriale fu decimata e la Russia fu convertita in una gigantesca regione di export di materie prime.

La Germania convertì le sue relazioni commerciali con la Russia da relazioni tra pari ad uno schema "coloniale": la Germania esportava prodotti industriali di alto valore e importava gas, olio e materiali grezzi dalla Russia.

Il potere tedesco si espandeva esponenzialmente, con l'annessione dell' "altra Germania", la restaurazione del capitalismo nell'Europa orientale e l'ascesa di regimi clienti, disponibili e volenterosi di sottomettersi ad un'Unione Europea dominata dalla Germania e ad un comando militare NATO diretto dagli Stati Uniti.

L'espansione politica-economica tedesca attraverso "sollevamenti popolari", controllati da clienti politici locali, fu presto accompagnata da una offensiva militare guidata dagli USA, innescata da movimenti separatisti. La Germania intervenne in Jugoslavia, aiutando ed incitando i separatisti in Slovenia e Croazia. Essa sostenne il bombardamento USA-NATO sulla Serbia e sostenne il sedicente Esercito di Liberazione del Kossovo (UCK) [8], di estrema destra, coinvolto in una guerra terroristica in Kossovo. Belgrado fu sconfitta e il cambio di regime portò ad uno stato cliente di tipo neoliberale. Gli USA costruirono in Kossovo la più grande base militare in Europa. Il Montenegro e la Macedonia divennero satelliti dell'UE.

Mentre la NATO si espandeva e aumentava la presenza militare statunitense fino ai confini della Russia, la Germania diventò la principale potenza economica del continente.

La Germania e il nuovo ordine mondiale

Mentre i Presidenti Bush e Clinton stavano annunziando un "nuovo ordine mondiale" basato sulla supremazia militare unipolare, la Germania avanzava il suo nuovo ordine imperiale, esercitando le sue leve politiche ed economiche. Ognuno dei due centri di potere, la Germania e gli Stati Uniti, condivideva la comune ricerca di rapido inserimento dei nuovi regimi capitalistici nelle loro organizzazioni regionali, l'Unione Europea (UE) e il Trattato Nord Atlantico (NATO), estendendo la loro portata globalmente. Date le origini reazionarie e la traiettoria verso il vassallaggio dei regimi orientali, baltici e balcanici e dati i loro timori politici di una reazione popolare alla perdita di occupazione, benessere sociale ed indipendenza in seguito all'applicazione di selvagge "politiche d'urto" neoliberali, i governanti clienti [9] immediatamente "fecero richiesta" per l'ammissione come membri subordinati dell'UE e della NATO, commerciando la sovranità, i mercati, e la proprietà nazionale dei mezzi di produzione, in cambio di elemosine economiche e il "libero" movimento dei capitali, una valvola di sfogo per i milioni di nuovi lavoratori disoccupati. Il capitale inglese e tedesco ottennero milioni di lavoratori immigrati preparati, pagati con salari inferiori a quelli normali del mercato [10] e libero accesso a mercati e alle risorse [11]. Gli USA si assicurarono basi militari NATO e reclutarono forze militari per le loro guerre imperiali in Medio Oriente e nel Sud dell'Asia.

Il predominio militare ed economico di USA e Germania sull'Europa fu preceduto dalla riduzione della Russia ad un debole stato quasi vassallo e dalla crescita continua delle loro economie [12] oltre il saccheggio iniziale delle economie un tempo comuniste.

Per gli USA la supremazia militare indiscussa su tutta l'Europa fu il trampolino per la recente espansione imperiale nel Medio Oriente, Asia meridionale, Africa ed America Latina. La Nato fu "internazionalizzata" in una alleanza militare globale offensiva: primaf in Somalia ed in Aghanistan poi in Iraq, Libia, Siria e Ucraina.

L'ascesa della Russia, la resistenza islamica e la nuova guerra fredda

Durante il "decennio dell'infamia" (1991-2000) le estreme misure di privatizzazione da parte dei governatori clienti della Russia, condotte a nome degli investitori UE e USA e degli oligarchi-gangster, risultarono in un vasto saccheggio dell'intera economia, del tesoro pubblico e del patrimonio nazionale. L'immagine e la realtà di un gigantesco stato vassallo prostrato e incapace di condurre una politica economica indipendente e incapace di fornire la minima parvenza di un'economica moderna funzionante e mantenere l'ordine legale, divenne la visione caratteristica della Russia da parte di UE e USA. La Russia post comunista, uno stato fallito da ogni punto di vista, fu qualificata come "democrazia liberale" da ogni politico capitalista occidentale e così fu ripetuto da tutti i loro mezzi di comunicazione asserviti.

La casuale ascesa di Vladimir Putin e la graduale sostituzione di alcuni dei più egregi  ufficiali neoliberali "svenduti" [13] e, soprattutto, la ricostruzione dello stato russo con un bilancio adatto e istituzioni nazionali funzionanti, fu immediatamente percepita come una minaccia alla supremazia militare USA e all'espansione economica tedesca. La transizione della Russia, da uno stato vassallo dell'Occidente verso il recupero del suo status come stato indipendente e sovrano, mise in moto un'aggressiva contro-offensiva da parte di UE-USA. Essi finanziarono un'opposizione politica sostenuta da un'oligarchia neoliberale nel tentativo di ricondurre la Russia al vassallaggio, attraverso manifestazioni di piazza ed elezioni. I loro tentativi di cacciare Putin e ristabilire uno stato vassallo fallirono. Ciò che funzionò nel 1991 con la presa del potere di Eltsin su Gorbacëv fu inefficace contro Putin. La grande maggioranza dei russi non volle ritornare nel decennio dell'infamia.

All'inizio del nuovo secolo, Putin e il suo gruppo fissarono nuove regole base entro le quali gli oligarchi potevano mantenere la loro ricchezza illecita e i gruppi economici, purché essi non usassero le loro leve economiche per impossessarsi del potere statale. In secondo luogo Putin ravvivò e ristabilì le istituzioni scientifiche, tecniche, militari, industriali e culturali, e centralizzò il commercio e le decisioni di investimento entro un ampio cerchio di decisori pubblici e privati, non controllati dagli strateghi politici occidentali. In terzo luogo egli incominciò a valutare e rettificare la distruzione delle agenzie di sicurezza russe, con particolare riguardo alle minacce derivanti dai movimenti "separatisti" sponsorizzati dall'Occidente nel Caucaso, in particolare in Cecenia e dall'attacco delle "rivoluzioni colorate", sostenute dagli USA, in Ucraina e Georgia.

All'inizio Putin suppose ottimisticamente che, essendo la Russia uno stato capitalista e senza alcuna ideologia in competizione, la normalizzazione e la stabilizzazione dello stato russo sarebbe stata benvenuta negli USA e nell'UE. Egli persino pensò che essi avrebbero accettato la Russia come partner economico, politico e persino nella NATO. Putin fece persino aperture all'unione e alla cooperazione con la NATO e con l'UE. L'Occidente non provò a dissuadere Putin dalle sue illusioni. Infatti esso lo incoraggiò, anche mentre aumentò il sostegno all'opposizione interna di Putin e preparò una serie di guerre imperiali e sanzioni in Medio Oriente, andando a colpire i tradizionali alleati russi in Iraq, Siria e Libia.

Quando la strategia sovversiva "interna" fallì nell'intento di rovesciare il Presidente Putin e lo stato russo prevalse sui neo-vassalli, la demonizzazione di Putin divenne costante e acuta. L'Occidente passò con decisione ad una "strategia esterna" per isolare, accerchiare e minare lo stato russo, insidiandone gli alleati e i partners commerciali.

Gli Stati Uniti e la Germania affrontano la Russia: la creazione dalla "minaccia russa"

La Russia fu indotta a sostenere le guerre USA e NATO in Iraq, Afghanistan e Libia in cambio della promessa di una più profonda integrazione nei mercati occidentali. Gli USA e l'UE accettarono la cooperazione russa, incluse le vie di rifornimento e basi militari per la loro invasione ed occupazione dell'Afghanistan. Le potenze NATO si procurarono il sostegno russo nelle sanzioni contro l'Iran. Essi sfruttarono l'ingenuo sostegno russo per una "no fly zone" [14] sulla Libia per lanciare una guerra aerea in larga scala. Gli USA finanziarono apertamente le cosiddette "rivoluzioni colorate" in Georgia e Ucraina, una prova generale per il putsch del 2014. Ogni violenta presa del potere permise alla NATO di imporre governanti anti russi, pronti e volenterosi a servire come stati vassalli della Germania e degli USA.

La Germania fu la punta di lancia dell'avanzata imperiale europea nei Balcani e in Moldavia, regioni con forti legami economici con la Russia. Alti ufficiali tedeschi "visitarono" i Balcani per sostenere i loro legami con i regimi vassalli in Slovenia, Bulgaria, Slovacchia e Croazia. Sotto la direzione tedesca, l'Unione Europea ordinò al regime vassallo bulgaro di Boyko Borisov detto "lo sciocco" di bloccare i passaggio del gasdotto South Stream, di proprietà russa, diretto verso la Serbia, l'Ungheria, la Slovenia e oltre. Lo stato bulgaro perse 400 milioni di dollari di rendita annua... la Germania e gli USA foraggiarono i clienti politici pro NATO e pro UE in Moldavia, assicurandosi l'elezione di Iurie Leanca come primo ministro. Come conseguenza della ricerca servile di Leanca di un vassallaggio UE, la Moldavia ha perso 150 milioni di dollari di esportazioni verso la Russia, il maggior partner economico della nazione moldava. Circa il 40% della popolazione moldava in età da lavoro lavora in Russia e il 25% del PIL di 8 miliardi di dollari della Moldavia è costituito da rimesse di migranti [15] .

I costruttori dell'impero tedesco e statunitense passano come un rullo compressore sulle voci che dissentono in Ungheria, Serbia e Slovenia, così come in Moldova e Bulgaria, le cui economie e popolazioni soffrono a causa dell'imposizione del blocco dell'oleodotto e gasdotto russo. Ma la guerra economica totale della Germania contro la Russia ha la precedenza sugli interessi degli stati vassalli: tocca a questi di sacrificarsi per il "Bene Superiore" dell'emergente impero economico tedesco e l'accerchiamento militare USA-NATO della Russia. I dettami estremamente brutali degli interessi imperiali tedeschi articolati attraverso l'UE e la volontà dei regimi balcanici e baltici di sacrificare interessi economici fondamentali, sono i migliori indicatori dell'emergere di un impero tedesco in Europa.

Parallelamente alla violenta campagna economica anti russa, gli USA, tramite la NATO, sono impegnati in una vasta costruzione militare lungo tutta la lunghezza ed estensione della frontiera russa. La marionetta USA, Jens Stoltenberg, capo della NATO, si vanta che nell'anno corrente la NATO ha aumentato di cinque volte gli aerei da guerra e i cacciabombardieri che controllano le frontiere di mare e di terra della Russia, ha condotto esercitazioni militari ogni due giorni ed ha enormemente aumentato il numero di navi da guerra nel Mar Baltico e nel Mar Nero.

Conclusione

Ciò che è assolutamente chiaro è che gli USA e la Germania vogliono far tornare la Russia allo stato di vassallaggio degli anni '90. Essi non vogliono "relazioni normali". Dal momento in cui Putin si è mosso per ristabilire lo stato russo e la sua economia, le potenze occidentali si sono impegnate in una serie di interventi politici e militari, eliminando  alleati russi, partners commerciali e stati indipendenti.

L'emergere di regimi estremisti, visceralmente anti russi in Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania è servito come scudo anteriore per l'avanzamento della NATO e per l'invasione economica tedesca. Il "sogno" di Hitler di realizzare la conquista dell'Est per mezzo di una conquista militare unilaterale ha ora, sotto il primo ministro Merkel, preso la forma di una conquista in segreto nell'Europa settentrionale e centrale, attraverso il ricatto economico nei Balcani e per mezzo di putsch violenti di Ucraina e Georgia [16].

La classe economica dominante in Germania è divisa tra un settore prevalente filo-statunitense che è disponibile a sacrificare il commercio lucrativo con la Russia oggi, nella speranza di dominare e saccheggiare l'intera economia russa in una Russia post-putiniana (dominata da "rinati cloni di Eltsin"), e un minoritario settore industriale, che vuole la fine delle sanzioni e il ritorno a normali relazioni economiche con la Russia.

La Germania teme che i suoi governatori clienti nell'Est, specialmente nei Balcani, siano vulnerabili di fronte ad una sollevazione popolare dovuta ai sacrifici economici che essi impongono alla popolazione. Di conseguenza la Germania è totalmente a favore di una nuova forza di dispiegamento rapido della NATO, apertamente studiata per controbattere una non esistente "minaccia russa", ma in realtà per tenere in piedi barcollanti regimi vassalli.

La "minaccia russa" è l'ideologia che guida l'offensiva statunitense e tedesca attraverso l'Europa e il Caucaso, è la replica della stessa dottrina che Hitler usò per assicurarsi il sostegno da parte dei banchieri industriali interni [17] e collaboratori esteri, conservatori di destra, scelti tra gli estremisti in Ucraina, Ungheria, Romania e Bulgaria.

La presa del potere USA-UE attraverso clienti politici vassalli con oligarchi corrotti e combattenti di strada nazisti in Ucraina ha detonato la crisi attuale. La presa del potere in Ucraina ha posto una minaccia di altissimo grado all'esistenza stessa della Russia come stato indipendente. Dopo la presa di Kiev, la NATO ha mosso il suo regime fantoccio a Kiev  in avanti per eliminare militarmente le regioni indipendenti nel Sud-Est e prendere la Crimea, per eliminare così la posizione strategica russa nel Mar Nero.

La Russia, vittima della presa del potere della NATO è stata etichettata come "aggressore".  L'intero apparato ufficiale e i mezzi di comunicazione hanno ripetuto come un eco la grande menzogna.

Due decenni di avanzamenti militari USA-NATO verso i confini della Russia e l'espansione economica tedesco-statunitense nei mercati russi sono stati offuscati. L'Ucraina è la piattaforma strategica militare più importante da quale il blocco USA-NATO può lanciare un attacco al cuore della Russia e il più grande mercato unitario per la Germania dall'annessione della Germania dell'Est [18].

Gli USA e la Germania vedono la conquista dell'Ucraina di estremo valore in sé, ma anche come una chiave per lanciare un'offensiva a tutto campo per strangolare l'economia russa attraverso sanzioni e abbassamento del prezzo del petrolio e minacce militari verso la Russia. L'obiettivo strategico è ridurre in povertà la popolazione russa e riattivare la quasi moribonda opposizione per rovesciare il governo Putin e far ritornare la Russia ad uno stato di vassallaggio permanente.

L'élite imperiale USA e tedesca, guardando oltre la Russia, ritiene che se essa controlla la Russia, può accerchiare, isolare ed attaccare la Cina dall'Occidente così come dall'Oriente.

Costoro non sono dei selvaggi fanatici. Ma come rabbiosi sostenitori di una guerra permanente per terminare la presenza russa in Europa e minare l'emergere della Cina come potenza mondiale, intendono arrivare alle soglie di una guerra nucleare.

Il nucleo ideologico centrale dell'espansione e la conquista tedesco-statunitense in Europa e nel Caucaso è "la minaccia russa". È la pietra di paragone per definire avversari ed alleati.  Le nazioni che non sostengono le sanzioni sono colpite. I mezzi di comunicazione di massa ripetono la menzogna. "La minaccia russa" è diventato un grido di guerra per i vassalli urlanti – la falsa giustificazione per imporre sacrifici spaventosi per servire i loro "padroni" imperiali a Berlino e Washington – nel timore della ribellione della popolazione "sacrificata". Senza dubbio, sotto assedio, la Russia sarà costretta a fare sacrifici. Gli oligarchi fuggiranno ad Occidente, i liberali strisceranno sotto i loro letti. Ma così come i sovietici cambiarono la marea della guerra a Stalingrado [19], il popolo russo, passati i primi due anni dell'operazione di riavvio, sopravviverà, avrà successo e diventerà ancora una volta un faro di speranza per tutti i popoli desiderosi di liberarsi dalla tirannia del militarismo USA-NATO e dai dettami economici tedesco-UE.


[1] Lituania, Lettonia ed Estonia.

[2] L'Autore ovviamente intende qui con Germania la Repubblica Federale Tedesca che allora costituiva soltanto una delle due Germanie, quella capitalista.

[3] L'Autore si riferisce alla costituzione dell'Unione Europea. Si noti che inizialmente i poli imperialistici dell'Europa Occidentale furono due: quello franco-tedesco della CECA (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio) che aggregava Repubblica Federale Tedesca, Francia, Italia, Belgio Paesi Bassi e Lussemburgo (Italia e BENELUX furono sempre in subordine ai paesi dominanti Francia e soprattutto Germania capitalistica, il peso economico della Germania capitalistica ben presto venne a prevalere su quello della Francia), e quello attorno al Regno Unito che, inizialmente, forte del residuo di impero che ancora gli rimaneva – il Commonwealth su cui continuava ad esercitare rapporti di potenza coloniale – e della tradizionale politica britannica di isolamento e bilanciamento di potenze all'interno dell'Europa, non volle entrare nella CECA e anzi cercò di sviluppare l'EFTA (European Free Trade Association Associazione Europea di Libero Scambio) costituita da Austria, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera e Regno Unito. In realtà l'EFTA esiste ancora, ma in forma residuale limitata a Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera, nazioni europee che tutt'ora non accettano il monopolio economico tedesco. La posizione odierna del Regno Unito è di sostanziale sudditanza alla potenza economica tedesca e a quella militare USA (analogamente dicasi per la Francia, abbandonate le velleità golliste di un tempo che pretendevano di dominare la RFT economicamente ed avere una force de frappe militare indipendente dagli USA. Entrambe sono scomparse essendo oggi la Francia asservita economicamente alla Germania e militarmente agli USA). Nel complesso dunque prevale l'imperialismo economico tedesco che ha imposto un'Europa economica a suo uso e consumo, come evidenzia l'Autore.

[4] By stealth nel testo originale. Come gli aerei stealth sono invisibili ai radars, così la Germania utilizza l'UE per realizzare i suoi scopi by stealth.

[5] La Repubblica Democratica Tedesca fu fondata il 7 Ottobre 1949 in seguito alla proclamazione unilaterale della Repubblica Federale Tedesca avvenuta il 23 Maggio 1949. Si noti che la divisione della Germania fu voluta dagli Stati Uniti e non dall'Unione Sovietica. Furono gli Stati Uniti, col sostegno di Regno Unito e Francia, a rompere il fronte antifascista e gli accordi di pace imponendo, nelle zone della Germania occupate dagli eserciti occidentali, una Repubblica Federale Tedesca militarizzata e all'interno della NATO costituitasi il 4 Aprile 1949. La cronologia delle date è assai eloquente... (si noti che da parte sovietica non si pose nemmeno la questione economica del socialismo, ma soltanto principalmente quella militare ovvero che la Germania non avrebbe dovuto fare parte di blocchi aggressivi militari antisovietici cosa che appunto avvenne... il vizio di origine, come si vede, è lontano).

[6] Solo il 14 Maggio 1955, i paesi socialisti, sotto la guida dell'Unione Sovietica, firmarono a Varsavia il      "Trattato di amicizia cooperazione e mutua assistenza" noto in breve come Patto di Varsavia, che ovviamente formalizzava una situazione venutasi a creare sul campo precedentemente, benché bisogna            ricordare che il percorso politico degli stati a democrazia popolare negli stati europei centro orientali (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania e Bulgaria) fu quanto mai variegato e composito (vie nazionali al socialismo). Si noti altresì la natura difensiva del Trattato di Varsavia rispetto a quello offensivo della NATO.

[7] Sempre la RDT, Repubblica Democratica Tedesca. L'annessione ufficiale avvenne il 3 Ottobre 1990. Persino l'impostazione ideologica filo capitalistica non può negare il fatto che formalmente si tratta di un'annessione infatti la costituzione tedesca odierna, l'ordinamento dello stato, i trattati internazionali sono solo esclusivamente quelli della Repubblica Federale Tedesca che ha subito soltanto un ampliamento territoriale (e in seguito il solo spostamento della capitale), mentre la Repubblica Democratica Tedesca è scomparsa totalmente in quanto entità statuale e di diritto. Tutto ciò avviene quando si ha una annessione di uno stato ad un altro, non una riunificazione. La visione ideologica filo capitalistica ovviamente presenta questo aspetto sostanziale, come una mera scelta formale "per fare prima", quando invece si trattò sia formalmente sia sostanzialmente di un'annessione di uno stato ad un altro.

[8] UCK dall'albanese Ushtria Çlirimtare e Kosovës, Esercito di Liberazione del Kossovo, organizzazione paramilitare fascista cui prese parte anche un certo Osama Bin Laden, allora alleato dell'Occidente che sostenne apertamente UCK e al al-Qāʿida (tra loro alleati).

[9] Clienti dell'Occidente ovviamente. Il termine "client rulers" usato da Petras che qui traduciamo come governanti clienti è quanto mai suggestivo in quanto ricorda la figura romana del cliens (http://it.wikipedia.org/wiki/Cliens) cittadino sottoposto ad un altro cittadino detto patronus. Ovviamente ci sono sostanziali differenze tra la clientela del tempo romano con quella moderna, ma il termine rende bene la relazione di sudditanza tra i vari capi di Stato, quelli USA e UE che comandano e gli altri che servono.

[10] occidentale.

[11] orientali. I lavoratori dell'Est vengono all'Ovest e sono sottopagati rispetto a proletariato autoctono occidentale, viceversa le ditte dell'Ovest invadono i mercati dell'Est e depredano le risorse e le materie prime dell'Est. Quando è possibile installano direttamente fabbriche all'Est, smantellando quelle all'Ovest così da sfruttare il più basso costo del lavoro all'Est ed estrarre maggiore plusvalore dai lavoratori. Tutto questo processo ha come risultato l'impoverimento crescente dei lavoratori sia dell'Est che dell'Ovest e l'arricchimento a dismisura dei padroni sia dell'Est che dell'Ovest, oltre a creare enormi squilibri dovuti all'ineguale sviluppo delle varie regioni d'Europa e forti tensioni dovute alle migrazioni e la complessa convivenza di popolazioni di lingue, culture e religioni diverse che si trovano poste immediatamente a contatto, in selvaggia concorrenza capitalistica. Un capolavoro del modo di produzione capitalistico.

[12] tedesche e statunitensi.

[13] all'Occidente.

[14] Zona di divieto di sorvolo, tanto cara i mezzi di informazione dell'imperialismo quale strumento di "esportazione della democrazia" (leggi massacro delle popolazioni civili e sperimentazione delle nuove armi di distruzione di massa prodotte dal complesso militare-industriale dell'imperialismo).

[15] che lavorano in Russia.

[16] Tre forme diverse adottate dall'imperialismo occidentale per penetrare ad oriente: "by stealth" ovvero in segreto, in incognito nelle zone settentrionali e centrali, con il ricatto economico nei Balcani e attraverso la guerra aperta in Ucraina e nel Caucaso. Come è noto l'imperialismo utilizza tante tattiche diverse per attuare la sua medesima strategia di dominio.

[17] interni alla Germania, tedeschi.

[18] popolazione dell'Ucraina (prima della guerra civile odierna) circa 45 milioni di abitanti, estensione geografica circa 600 mila km2  per confronto Polonia 38 milioni di abitanti e 300 mila km2. La Repubblica Democratica Tedesca nel 1989 aveva una popolazione di quasi 17 milioni di abitanti su un'estensione di circa 100 mila km2  naturalmente in quel caso ci sono tutti i vantaggi di un'annessione diretta di una popolazione con la stessa lingua e cultura. Ciò che, per ora, distingue l'imperialismo tedesco odierno rispetto a quello del Kaiser e di Hitler e che questi ultimi volevano creare una Grande Germania con esplicita annessione di tutti gli stati confinanti (compresi appunto Polonia ed Ucraina che allora presentavano ampi settori abitati da popolazioni di origine tedesca o tedescofona). La versione rinnovata dell'imperialismo tedesco prevede, ad oggi, una sostanziale sudditanza economica.

[19] come giustamente ricorda il Petras il corso della Seconda Guerra Mondiale o Grande Guerra Patriottica fu determinato dalla sconfitta fascista nella battaglia di Stalingrado. Dopo le sconfitte di Mosca e di Stalingrado l'imbattibilità delle truppe naziste fu definitivamente archiviata e incominciarono una serie di sconfitte che portarono, sia pure faticosamente, alla sconfitta finale delle truppe dell'Asse. Si noti che il ritardo nella creazione del Secondo Fronte (tardivo sbarco in Normandia, lo sbarco in Normandia è del 6 Giugno 1944, la vittoria a Stalingrado del 2 Febbraio 1943) costrinse i sovietici a compiere il "grosso del lavoro" per sconfiggere sul campo i nazisti, contrariamente a ciò che si afferma comunemente nella storiografia ideologica filo occidentale. Arrivati in ritardo, gli Occidentali si affrettarono poi per impedire che l'intera Germania fosse liberata dall'Esercito Rosso (Churchill diceva "bisogna stringere la mano ai russi più ad Oriente possibile"). Anche la scelta dei bombardamenti aerei occidentali non fu causale, l'accanimento maggiore, con distruzione totale di intere città come Dresda, cadde sulle zone che poi, guarda caso, finirono in mano sovietica (strane coincidenze della Storia).


La caduta del Muro di Berlino e la moltiplicazione di Muri Occidentali

James Petras | petras.lahaine.org
Traduzione e note a cura di Pablo Genova

15/11/2014

Introduzione: il 9 Novembre 2014 la Germania e i suoi alleati Occidentali hanno celebrato la "Caduta del Muro di Berlino" e la conseguente "riunificazione" delle "due Germanie". Il primo ministro Merkel ha descritto lo "storico evento" come una "vittoria della libertà per tutti i popoli in Europa e in tutto il mondo."

Tutti i mezzi di comunicazione occidentali e gli apparati ufficiali hanno ripetuto come un eco la retorica della Merkel, mentre 300 mila tedeschi convenuti presso la porta di Brandenburgo hanno salutato il loro leader [1], mentre essa parlava di "un popolo, una nazione e uno stato in libertà, pace e prosperità ..." Ma il discorso della Merkel è una falsificazione sciovinistica finalizzata a fare i propri interessi, falsificazione che distorce le reali conseguenze di una Germania unita. Inoltre la celebrazione occidentale dei "muri caduti" è molto selettiva.

Il concetto secondo cui la Germania fu "unificata" democraticamente è di dubbia accuratezza storica. Le conseguenze di una potente Germania unificata non hanno portato ad un'Europa pacifica e prospera e l'attuale ruolo della Germania nella politica mondiale, in particolare la sua politica in Medio Oriente, Africa del Nord ed Ucraina è tutto fuorché pacifica [2].

I muri di libertà e i muri di prigionia

Mentre i regimi della NATO celebrano "la caduta del Muro di Berlino" come la più alta manifestazione di libertà, questi stessi capi politici sostengono, finanziano e promuovono la costruzione di muri oppressivi in tutto il mondo: la Germania Unificata e i suoi alleati NATO hanno sostenuto il Muro di Separazione di Israele, che divide e ingabbia milioni di palestinesi da quasi due decadi. Evidentemente ci sono "muri progressisti" e "muri reazionari", "muri buoni" e "muri cattivi". A differenza dei Palestinesi, i Berlinesi non furono mai privati delle prime necessità di vita ed assoggettati a casuale spostamento o persino assassinio: il ponte aereo occidentale forniva ogni cosa ai Berlinesi Occidentali. Il Muro di Separazione israeliano determina la divisione e la confisca della terra palestinese, delle case degli avi, di fattorie, scuole e siti culturali, mentre uliveti ultra centenari sono rasi al suolo, privando i loro proprietari del loro reddito produttivo.

Gli Stati Uniti hanno costruito il loro proprio massiccio "Muro di Sicurezza" lungo il confine messicano, incarcerando e persino sparando su i rifugiati che fuggono dalla militarizzazione dell'America Centrale e del Messico, militarizzazione voluta da Washington. Il "Muro di Sicurezza" USA condanna milioni di abitanti del Messico e dell'America Centrale a vivere nel terrore e nella miseria, in narco-stati sanguinari clienti degli USA. Negli ultimi sette anni, più di 100 mila civili messicani sono stati uccisi sotto il regno di presidenti del Messico sostenuti dagli USA, che furono eletti grazie a brogli, mentre sostenevano inflessibilmente la "Guerra alle Droghe" imposta dagli Stati Uniti. Simili livelli di uccisioni colpiscono Honduras, El Salvador e Guatemala, dove le bande dei narcotrafficanti, col sostegno di corrotti ufficiali di polizia, politici e militari terrorizzano le città e la campagna. Il bilancio di morti dovuto all'intervento statunitense nell'America Centrale supera di gran lunga quello dovuto all'intervento della ex Unione Sovietica in Europa Orientale. Il muro al confine degli USA assicura che i sopravvissuti a questo terrore rimangano esposti alla brutale legge dei regimi sostenuti dagli USA.

Nello stesso tempo, la civilizzata "Unione Europea" ha eretto, per terra e per mare, i suoi "Muri contro i rifugiati" dall'Iraq, Siria, Libia, Libano e Palestina, rifugiati che fuggono dalle invasioni dirette della NATO e guerre da essa sostenute nelle loro nazioni d'origine. Secondo la Commissione sui Rifugiati delle Nazioni Unite, 13 milioni di civili sono stati cacciati a causa delle guerre USA in Iraq e Siria. Molti di costoro, fuggendo dalle zone di guerra, si scontrano contro i "muri legali" dell'Europa: restrizioni all'immigrazione, campi di concentramento o di "internamento" e detenzioni prolungate danno loro il benvenuto nel loro "volo verso la libertà".

La Cancelliera Merkel ha deciso di non menzionare questi muri "civilizzati" contro le persone che fuggono dagli "interventi umanitari" della NATO. Né i primi ministri né i presidenti dell'Europa né degli USA né del suo "alleato" Israele hanno riconosciuto i morti e le sofferenze... perché questi sono i loro Muri, le loro proprie "barriere alla libertà".

Riunificazione democratica o annessione con la forza

La Merkel glissa sul fatto cruciale che i Tedeschi dell'Est non furono mai consultati né fu consentito loro di condurre libere elezioni per decidere quale tipo di relazione essi avrebbero voluto avere con il regime della Germania Occidentale. A loro non fu mai chiesto sotto quali condizioni e in quale cornice temporale la "riunificazione" avrebbe dovuto svolgersi. Il regime della Germania Occidentale prese il controllo e dettò le politiche economiche e sociali che distrussero d'imperio l'economia dei loro vicini orientali. Centinaia di migliaia di lavoratori di fabbrica tedesco-orientali affrontarono brutali licenziamenti arbitrari quando l' "Occidente" capitalistico chiuse le fabbriche statali. I contadini tedesco-orientali assistettero impotenti mentre le loro prospere e stabili cooperative agricole furono dissolte agli ordini degli ufficiali della Germania Occidentale. Dove fu la democrazia in questa politica di brutale annessione e malvagità politica che distrusse gli standards di vita degli ex tedeschi dell'Est, moltiplicò la disoccupazione di dieci volte, pregiudicò enormemente i benefici del welfare e l'occupazione delle lavoratrici[3] e devastò i pensionati? Oltre 1.5 milioni di lavoratori della Germania Orientali furono sradicati e divennero rifugiati economici nell' "Occidente" dove i salari erano il doppio di quelli della Germania Orientale "liberata". I salari erano più alti, ma più alta era l'insicurezza lavorativa e grande era la perdita delle garanzie del welfare sociale dell'Est [4]. E se la morte di 138 tedeschi orientali in 28 anni, tedeschi che avevano tentato di scappare attraverso il Muro [5], fu una tragedia, allora come dovremmo definire le migliaia di persone che sono annegate o sono morte di altre orribili morti cercando di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Europa o cercando di scavalcare il Muro che separa gli USA e il Messico o il Muro di Israele che strangola sei milioni di Palestinesi?

Ci sono molte "strisce della morte" che negano ai Latino Americani, ai Palestinesi, agli abitanti del Medio Oriente la loro libertà dalla miseria, che bloccano la loro fuga dalle guerre degli USA e della NATO e dal genocidio israeliano. Ma quei "muri atroci" non furono menzionati dalla Cancelliera Merkel alla Porta di Brandenburgo, mentre celebrava il venticinquesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino. Gli scribacchini, giornalistucoli del New York Times, del Financial Times e del Washington Post non menzionarono questi muri reali, contemporanei e il loro brutale bilancio di morte. La loro selettiva denuncia di alcuni muri contrasta con la politica di erigere "altri" muri, più formidabili. I muri occidentali dell'esclusione portano con sé il rifiuto della responsabilità per le condizioni politiche ed economiche che hanno spinto milioni di rifugiati a fuggire dal Centro America, dalla Palestina, dal Medio Oriente e dal Nord Africa.

L'intervento statunitense per sostenere regimi fantocci che utilizzano "squadroni della morte" e brutali eserciti in America Centrale, dal 1960 al 1990 ha determinato oltre 250.000 morti di civili e lo spostamento di più di 2 milioni di rifugiati.

Le invasioni USA-UE e le guerre sostenute in Iraq, Afghanistan, Libia e Siria per oltre un decennio hanno sradicato oltre 13 milioni di persone e ucciso ben oltre un milione di civili.

Le guerre di Israele e l'occupazione contro il popolo palestinese hanno fatto sì che oltre 500 mila coloni ebraici hanno preso la terra palestinese dal 1967. L'autoproclamato stato ebraico ha forzatamente spostato centinaia di migliaia di persone e ucciso, mutilato e incarcerato oltre 300 mila persone. Ammettere che l'Occidente costruisce e mantiene il suo proprio sistema di muri atroci inevitabilmente addita la linea politica di decenni di sanguinose e prolungate guerre imperialiste che hanno portato a milioni di rifugiati.

Le guerre imperiali sono caratterizzate dalla costruzione e dal mantenimento di complessi "Muri Occidentali", di gran lunga più mortali e brutali di quello di Berlino e che hanno minore probabilità di cadere. Infatti, i Muri Occidentali si stanno moltiplicando e vengono fortificati con la più aggiornata tecnologia di sorveglianza. Grandi finanziamenti e armi più letali per la politica contro gli immigrati ha portato alla brutale caccia, cattura ed incarceramento dei rifugiati, mentre i regimi Occidentali diventano sempre più simili a stati di polizia.

Le maligne conseguenze della caduta del Muro di Berlino e l'annessione della Germania Orientale

L'annessione della Germania Orientale ha notevolmente aumentato il potere economico della Germania, fornendo al capitale tedesco molti milioni di lavoratori esperti ed ingegneri addestrati a costo nullo. Il potere rafforzato della Germania ha dettato il corso della politica economica dell'Unione Europea. Col nascere della crisi economica, l'élite politica e capitalista della Germania furono ben posizionate per dettare le condizioni per la "ripresa" ed imporre l'intero fardello sulle classi lavoratrici e medie dell'Europa Meridionale e l'Irlanda. La classe dominante della Germania, con saldo controllo della Commissione Europea, ha imposto "programmi di austerità" su Grecia, Portogallo,  Spagna, Italia ed Irlanda. Queste politiche regressive, che hanno assicurato che i creditori avrebbero recuperato i loro prestiti con gli interessi, hanno portato a tassi di disoccupazione crescenti enormemente, in alcuni casi più del 50% per le persone giovani, e al declino, di lungo termine e in larga scala, degli standards di vita. La "Germania Unificata" ha flesso il suo nuovo muscolo economico [6], ha esteso la sua egemonia economica sull'UE e si è assicurata i pagamenti dei debiti da parte dei suoi sottoposti europei.

Il potere economico della Germania Unificata ha portato a rinnovate aspirazioni politiche e militari a partecipare e manifestare la propria presenza nelle guerre imperiali guidate dagli USA nel Medio Oriente, Nord Africa, Asia Meridionale e in Ucraina. Verso la fine del primo decennio del ventunesimo secolo la "Germania Unita" stava con profitto rifornendo armi logistica e missioni militari in Afghanistan, Siria ed Iraq. Ha rifornito Israele di armi ed aiuto economico, mentre i Palestinesi venivano espulsi dalle loro case e dalla loro terra. Le ambizioni imperiali della Merkel furono rivelate nel suo aperto e caloroso sostegno al colpo di stato di estrema destra in Ucraina. Successivamente la Germania ha imposto sanzioni contro la Russia e sostenuto il selvaggio blitz militare del regime di Kiev contro il Donbass. In Ucraina, la Germania, ancora una volta, come negli anni '30 del Novecento ha trovato alleati tra collaboratori neonazisti e criminali vogliosi di massacrare i federalisti dell'Est, russofoni ed etnicamente russi. Il sogno della Merkel è di convertire l'Ucraina in uno stato cliente tedesco-statunitense, in cui le esportazioni tedesche rimpiazzeranno i beni russi e gli investitori agro-minerari tedeschi potranno sfruttare le materie prime del paese.

Conclusione

È ovvio che la Merkel, Obama e gli altri governanti imperialisti hanno un doppio standard riguardo ai "Muri": essi denunciano i "Muri Comunisti" mentre sostengono assassini "Muri Capitalistici" contro i rifugiati; essi celebrano la caduta del Muro di Berlino, mentre  costruiscono Muri più insanguinati contro le vittime delle guerre imperiali.

A parte la falsità e l'ipocrisia degli apparati ufficiali occidentali, c'è una logica politica che guida queste scelte. I criteri occidentali per decidere quali Muri sono degni di sostegno e quali devono cadere si muovono lungo le seguenti linee guida: i Muri che tengono lontane le vittime delle guerre imperialiste sono progressisti e necessari per "la sicurezza nazionale"; i Muri che proteggono regimi comunisti, nazionalisti o di sinistra sono  repressivi, disumanizzanti e devono cadere.

Se consideriamo le più larghe conseguenze di un evento come la caduta del Muro di Berlino e la successiva annessione arbitraria dell'Est, è  chiaro che l'esercizio di potere della Germania "riunificata" ha avuto un profondo impatto negativo sulle economie dell'Europa Meridionale e ha concentrato poteri politici dittatoriali nelle mani dei decisori tedeschi che  operano attraverso i quartieri generali della UE a Bruxelles. La Germania Unificata ha rinunciato al suo ruolo passivo e riaffermato il suo ruolo nella politica mondiale: prima, lentamente, come giovane alleato passivo alle guerre imperialiste USA nel Medio Oriente e ora, più decisamente, collegandosi con gli estremisti di destra e criminali ucraini ed imponendo sanzioni economiche all'Europa.

La "grande sconfitta" della Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale ha richiesto mezzo secolo per "rimettere di nuovo tutti i pezzi insieme". Ma una volta al suo posto, la Germania cerca  di proiettarsi a potenza mondiale, in particolare attraverso i suoi fantocci nell'UE e nella NATO in alleanza con l'imperialismo. Il Quarto Reich vieppiù guarda all'indietro al Terzo Reich [7].


[1] Il Petras utilizza il verbo "heil"che ricorda il saluto nazista "Heil Hitler! Sieg Heil!". L'oceanico saluto alla Cancelliera Merkel porta sinistri ricordi nell'intellettualità democratica antifascista non immemore del passato.

[2] L'interesse di questo articolo è notevole anche perché, oltre ai muri di cui parla l'Autore, la giunta fascista golpista ucraina ne intende costruire un altro lungo tutte le frontiere tra la Russia e l'Ucraina. Per ora è solo in progettazione e si spera che la mostruosa idea di separare i popoli slavi fratelli fallisca in qualche modo, se dovesse però venire effettivamente costruito esso si aggiungerà alla triste lista dei muri considerati "buoni" dall'Occidente (mentre ovviamente non lo è). Ovviamente la Cancelliera si è guardata bene dal menzionare il muro che i suoi alleati fascisti vogliono costruire un po' più ad Oriente della sua "prospera ed unitaria" Germania.

[3] nella Repubblica Democratica c'era praticamente la piena occupazione e anche le donne avevano un grosso impiego nella produzione. Come in tutte le economie di piano sul modello sovietico era praticamente impossibile venire licenziati (semmai si poteva essere trasferiti ad altra mansione lavorativa, ma comunque un lavoro lo Stato lo forniva a tutti per legge), l'assistenza medica e sociale era praticamente gratuita o a prezzi irrisori, questi aspetti positivi del sistema socialista reale vengono ignorati dalla storiografia borghese e si pone l'accento solo sui difetti, l'inefficienza economica di determinate fabbriche piuttosto che la mancanza di determinati beni di consumo, in modo da presentare il socialismo reale come l'inferno sulla Terra. Tornando all'aspetto della sicurezza sociale, per certi versi i tedesco-orientali dovettero affrontare problemi a loro sconosciuti, dal momento che il rischio di venire licenziati o il problema di dover spendere troppo per una cura medica semplicemente non esisteva sotto il socialismo.

[4] vedi nota precedente sulla quella che potremmo definire  "protezione sociale totale" sotto il socialismo reale.

[5] la "foto simbolo" della propaganda filo capitalistica che riprende il soldato tedesco orientale che diserta e fugge ad Occidente non viene mai corredata del seguito della biografia dello stesso soldato. Questo perché nel paradiso capitalistico occidentale egli si trovò molto male, facendo una vita di miseria, alcolismo e stenti, il che ovviamente rende meno edificante la parabola del "cammino verso la libertà" secondo i propagandisti delle magnifiche sorti e progressive del capitalismo.

[6] costituito dai paesi del Sud dell'Europa, cui la Germania può attingere liberamente, loro si dissanguano, mentre la Germania si rafforza vieppiù: ecco il nuovo muscolo della Germania (con sinistre analogie col tempo dell'Asse).

[7] volendo cercare un simbolo architettonico per la rinascita del Reich, questo può essere fornito efficacemente dalla ricostruzione del Castello di Berlino il Berliner Stadtschloss - per dettagli, in inglese, vedasi http://en.m.wikipedia.org/wiki/Stadtschloss,_Berlin - il Castello imperiale prussiano che volutamente fu quasi interamente demolito dalla Germania Democratica in quanto simbolo supremo dell'imperialismo tedesco. In seguito fu  sostituito con il pregevole moderno Palast der Republik, che dava sulla grande piazza Marx-Engels (dove era posta una famosa statua dei fondatori tedeschi del socialismo scientifico, fieri avversari del militarismo prussiano, espulsi più volte dalla Germania del loro tempo). La battaglia per la conservazione, sia pur in forma di monumento storico, del Palast der Republik è stata persa e, sia pure con ritardi e limitazioni, si è deciso di ricostruire il palazzo imperiale: ecco il tangibile risorgere dell'imperialismo tedesco sotto nuove forme. Si noti che l'unica parte del castello imperiale che fu conservata sotto il socialismo fu il balcone da cui il compagno Karl Liebnecht - che, in seguito, insieme a Rosa Luxemburg ed altri spartachisti, fu ucciso dal governo socialdemocratico di Noske alleato con gli junker reazionari - proclamò il 9 Novembre 1918 la Libera Repubblica Socialista Tedesca:
http://en.m.wikipedia.org/wiki/Stadtschloss,_Berlin#/image/File:Hochschule_f%C3%BCr_Musik.JPG
L'altra Germania, democratica e socialista, fece di quella parte del palazzo la sede del Consiglio di Stato della Repubblica Democratica Tedesca. Vedremo fino a che punto si spingerà il sinistro ritorno del Reich ...


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domenica 15 marzo 2015

Le nozze coi fichi secchi



Le nozze con i fichi secchi

Due uomini di punta della finanza italiana, il governatore della Banca d'Italia Visco ed il Ministro del tesoro Padoan sprizzano ottimismo da tutti i pori e si aspettano la ripresa dell'economia italiana che dovrebbero ricominciare a salire e forse -come dice Renzi- a correre.

Le condizioni internazionali sono tra le più favorevoli: il valore dell'euro si è parificato a quello del dollaro e questo dovrebbe favorire le esportazioni, le misure della BCE, anche se giudicate insufficienti dal ministro Vaurofakis che vorrebbe l'intervento della BEI (Banca Europea degli Investimenti), favoriscono il finanziamento necessario alle imprese ad un costo quasi irrisorio.

Non sono economista e ragiono in base alle conoscenze dei fatti e con il comune buon senso e penso alla condizione di mio figlio che guadagna allo incirca millecento euro al mese ed in che modo la felice congiuntura che si dovrebbe aprire per l'Italia potrebbe cambiare le sue condizioni. Le sue condizioni non cambieranno e come per lui non cambieranno le condizioni per venti milioni di lavoratori italiani sui quali nel corso dell'ultimo anno è aumentata la pressione fiscale locale dal momento che la corruzione e le privatizzazioni degli enti locali reclamano sempre maggiori tasse e tariffe sempre più alte.

Ci hanno provato a drogare la situazione mettendo in pagamento il TFR, ma non hanno saputo resistere alla tentazione di tassarlo di più. I lavoratori debbono proprio ridursi alla disperazione per chiedere la mensilità del TFR ed a quanto pare finora soltanto pochi pesciolini hanno abboccato all'esca che Landini ha messo nella mani di Renzi.

Non ci sarà ripresa con bassi salari che costringono le famiglie a stringere la cinchia per mettere da parte i soldi per pagare l'assicurazione auto (la più alta del mondo) e le tasse. Magari le esportazioni fatte con bassi salari arricchiranno molte imprese italiane ma per il popolo non cambierà proprio niente perchè non vi parteciperanno e non potranno condividere la ricchezza di imprenditori e borghesia. Neppure le briciole arriveranno nelle abitazioni sempre più povere dei lavoratori.

Ammesso che i lavoratori fossero in condizione di indebitarsi per fare un mutuo non credo proprio che il cosidetto contratto a tutele crescenti sarà uno strumento valido perchè non è un contratto a tempo indeterminato e può essere rescisso perchè difatto è precario. Come farà l'edilizia a ripartire senza lo strumento dei mutui? Quanti soldi si possono sottrarre da una busta paga di 1200 euro per pagare la rata per l'automobile?. Quanti soldi si possono sottrarre per acquistare elettrodomestici per cambiare quelli che sono invecchiati ( e che sembrano programmati per sfasciarsi entro un certo tempo predeterminato? ) Si acuirà la forbice della diseguaglianza. I lavoratori sarnno più pòveri in una società più ricca

Ecco perchè il governo vorrebbe fare le nozze con i fichi secchi-. Avere la crescita economica con bassi salari. Bisognerebbe aumentare i salari di almeno il 15 per cento per creare una massa monetaria da immettere e non tutta nel mercato interno. Ma i salari non solo non aumentaranno ma probabilmente tentera nno ancora a diminuire. Perchè la Confindustria ha preso saldamente il controllo del governo. Nel mondo capitalistico la prima cosa è l'ideologia. L'ideologia liberista non sarà messa in discussione nè in Italia nè nell'area euroatlantica. Neppure con un moderato ricorso a Keines.

sabato 14 marzo 2015

Cernobbio

 Cernobbio

L'adunanata degli squali del capitalismo italiano  avrà quest'anno grandi motivi di soddisfazione. Ha avuto da Renzi in un anno quanto Berlusconi non ha dato nei lunghi anni della sua egemonia. Quasi due anni fa Monti e la signora Fornero hanno regalato una legge che ha umiliato e scosso dalle fondamenta il sistema pensionistico italiano e creato una categoria di infelici sociali totali come gli esodati.
Quest'anno gli squali incassano la Job Act che dà un incentivo al licenziamento degli assunti con il contratto a tutele crescente. Per ogni assunto 8000 euro annui di contributo statale per un massimo di tre anni. E' chiaro l'interesse a licenziare dopo i due anni e di incassare nuovi contributi.Il contratto a tutele crescenti è una trappola inventata da giuslavoristi e politici di grande sadismo sociale che abolisce l'art.18 ed introduce il principio del demansionamento ribaltando il senso complessivo del diritto del lavoro che diventa diritto della impresa.
 Gli squali i ncasseranno molto altro dal governo Renzi. La riforma della Costituzione che ne cancella lo spirito di socialità e di coesione nazionale, la riforma della scuola che produce una americanizzazione dell'insegnamento facendo della scuola pubblica la discarica del sistema di istruzione imperniato sui privati  e dando poteri enormi ai presidi che vorranno certo ottenerne vantaggi personali.
  I principi del darwinismo liberista imperano sulla cultura italiana a cominciare  dai giornali. Parole come comunismo ed economia socialista sono state criminalizzate da un modo di sentire sempre più egemonico che giunge financoa creare ostilità attorno a Keines ed alla economia keinesiana. Non parliamo di Stalin e dei principi dello stalinismo considerati crimini sociali a priori senza neanche sapere che cosa è stata l'economia pianificata dei trenta anni di Stalin.
  Insomma la vittoria dottrinaria e sociale del liberismo non poteva essere più netta e più dolorosa per la classe soccombente.Oramai non resta che liquidare a tappe sempre più ravvicinate la democrazia perchè la piena realizzazione del liberismo si coniuga meglio con il nazismo.
  Non è un caso che popolari e socialdemocratici in Europa sono uniti sotto la bandiera del liberismo e mentre seppur di malavoglia comminano sanzioni alla Russia non esitano a sostenere apertamente il governo nazista della Ucraina. La classe dirigente dei paesi baltici apertamente filonazista ed antirussa è gradita nella Europa di Junker di Draghi e della Merkel.
  Per questo la riforma parlamentare in senso monocamerale e la nuova legge elettorale dotata di un premio mostruoso di maggioranza cancelleranno quasi del tutto il sistema democratico basato sul rispetto delle classi sociali fin dall'imnterclassismo della DC per sostituirlo con una Signoria senza alcun controllo e bilanciamento democratico.
 Pietro Ancona

mercoledì 11 marzo 2015

Apoteosi di Berlusconi


  Apoteosi di Berlusconi

ieri è stata la sua grande giornata. E' passato alla storia ed ha coronato venti anni di attività politica di primissimo piano nella quale non c'è stato un solo giorno nel quale abbia giocato di rimessa e non sia stato l'attore principale. Aveva detto all'inizio: " Rivolterò l'Italia" come un calzino". L'ha fatto. E' stato il più rigoroso ideologo dell'anticomunismo che l'Italia abbia mai avuto al potere. Tutto quello  che non è riuscito a fare pur creandone l'humus, il contesto è stato fatto dal suo legittimo successore: Matteo Renzi che sebbene non uscito dai saloni di Villa Arcore è il suo erede spirituale, colui che ha portato a compimento la sua opera.
  Berlusconi si presenta venti anni fa  al potere del Paese come la parte sconfitta dalla Resistenza, la parte cancellata e costretta a rifiugiarsi nelle fogne,che ribalta la sua condizione in quella del vincitore. Sdogana Fini e lancia un segnale a tutta l'area fascista del Paese che non era riuscita a riciclarsi con Almirante. Assume di fatto la guida degli industriali italiani anche se all'inizio questi erano assai diffidenti e scostanti verso di lui. Quando scoppia una delle tante crisi della Fiat si presenta allo appuntamento con l'avvocato Gianni Agnelli a bordo di possenti auto straniere esibite al pubblico italiano.
  Perchè ieri è stata la sua apoteosi, la sua assunzione in cielo, la sua divinizzazione? Perchè un parlamento trattato a staffilate dal suo successore approva una legge che sfascia la Costituzione deformandone il contenuto e perchè la Magistratura italiana che è stata la nemica con la quale si è confrontata per venti anni realizza un imbarazzante autogol: la Cassazione lo assolve di una gravissima accusa formulata dal Tribunale di Milano riguardante la corruzione di una minorenne e la concussione di funzionari di questura. Era stato condannato a sette anni, pubblico ministero accusatore Ilda Boccassini che fiammeggiava con la spada della giustizia nelle mani nelle requisitorie contro di lui.
  Si dice che però  ieri Berlusconi ha perso Forza Italia, il suo Partito perchè lo ha indotto a votare contro Renzi. Il fatto non ha nessuna importanza
dal momento che il suo scaltro successore non avrà più bisogno dei suoi voti per andare avanti. Non ha neppure im portanza se ci sarà un Nazareno secondo. Il PD è il suo partito, la sua Forza Italia,. L'ideologia berlusconiana è penetrata profondamente in tutte le strutture della politica e dello Stato e si è inverata in un avventuriero di grande fortuna  quale è Matteo Renzi.
  Berlusconi ha vinto perchè ha fatto di quello che fu il PCI il suo partito: il PD è lo strumento che ha sfasciato la classe lavoratrice, ha ridotto il sindacato alla obbedienza al governo, ha portato avanti un programma di riforme costituzionali riducendo ad una sorta di dopolavoro il Senato e cancellando i valori resistenziali contenuti nella Costituzione a cominciare da quelli che tutelavano il lavoro.
  Aveva ragione ieri il professore Marino a parlare della vittoria del berlusconismo alla fine di Berlusconi. E' proprio così. Naturalmente non è stato solo merito suo perchè i grandi cambiamenti della storia non sono mai merito di una sola causa. La Bolognina è una lontana sorgente dell'ideologia liberista che ha dato linfa e cultura al berlusconismo. L'assetto iperliberista e soffocante della Unione Europea nè è con causa importante.
  La sconfitta della classe operaia è assoluta: perde la sua identità di classe perchè il lavoro non è più un diritto e la forza che conta è quella della impresa, perde il suo contesto culturale nella demolizione della Costituzione, perde il suo partito che ha avuto una mutazione maligna ed è diventato il partito del suo mortale nemico.
  Una sconfitta destinata a pesare a lungo e che ha azzerato i diritti di due generazioni prive di diritti ed ingannate dalla Job Act che precarizza per sempre il lavoro. Non ci sarà mai più impiego a tempo indeterminato per nessuno. I pochi diritti sopravvissuti sono destinati ad essere cancellati.
 

martedì 10 marzo 2015

La Repubblica sciancata

La Repubblica sciancata

Conta di più la Costituzione o il Partito? Per Bersani e gli altri della cosidetta sinistra del PD alla fine conterà di più il Partito e non si azzarderanno a votare contro le modifiche della Costituzione. Forse soltanto uno o due parlamentari si assenteranno o si asterranno. Sanno che l'indisciplina alle disposizioni del Partito si paga con la mancata rielezione. Non possono neppure contare sul loro prestigio personale e sul peso che hanno nell'elettorato dal momento che più che eletti si possono considerare "nominati". L'attuale legge elettorale trasferisce il potere di scelta dal popolo, dall'elettorato al partito o meglio alla segreteria del Partito. Siamo in piena dittatura della partitocrazia. Il segretario del Partito conta di più della Costituzione e del Presidente della Repubblica.
Intanto questa presidenza della Repubblica ha già annunziato tutta la sua debolezza approvando senza neppure tanto discutere la Job Act. La Job Act lede più di un principio costituzionale e sposta il rapporto di lavoro a vantaggio dei datori di lavoro e delle aziende. La dichiarazione di questo Presidente di essere garante dei giocatori non è sufficiente a tranquillizzarci prima di tutto perchè nel Parlamento c'è uno squilibrio a vantaggio della maggioranza e poi perchè non è detto che i due giocatori non abbiano entrambi torto rispetto le regole stabilite dalla Costituzione. Quindi il Capo dello Stato dovrebbe potere esprimere una sua idea sulle leggi anche se i duellanti in Parlamento dovessero essere d'accordo. Il Parlamento è un cadavere prima di tutto per il modo con il quale è stato eletto e che non lo legittima come rappresentante del popolo. Il premio di maggioranza sottrae seggi all'opposizione a vantaggio della maggioranza e lo sbarramento impedisce ai piccoli partiti di avere una loro rappresentanza. IL ricorso alla decretazione ed al voto di fiducia annichilisce del tutto la volontà del Parlamento dal momento che i deputati sanno che non votando la fiducia la pagano cara, molto cara.,

domenica 8 marzo 2015

L'Impero Bianco

L'Impero Bianco

Ieri il presidente Usa Obama si è recato a Selma per ricordare sullo storico ponte di Martin Luter King  la prima manifestazione collettiva dei neri d'America contro la segregazione e per la parità dei diritti. Si è lamentato del fatto che nonostante sia passato mezzo secolo la questione dei diritti dei neri non solo è sempre aperta ma continua a sanguinare. Almeno due tre volte l'anno un branco di assassini in divisa si avventa su un nero isolato e lo crivella di piombo inventandosi inverosimili accuse verso la vittima che non può più difendersi. Ho fatto caso che nei casi di omicidi di afroamericani non è mai un solo poliziotto a partecipare all'impresa ma si tratta sempre di un branco. Segno per me questo di premeditazione e di programmazione del delitto. Sono convinto che gli omicidi dei neri facciamo parte di un programma di controllo violento della popolazione afroamericana e che siano distribuiti tra i vari States.Questi omicidi non cesseranno perchè sono un pezzo del potere che la grande borghesia delle multinazionali esercita sulla popolazione di una nazione di trecentomilioni di abitanti che non è nazione e mai lo sarà fino a quando non ci sarà una rivoluzione radicale che cambi i rapporti tra le classi sociali. I quattro milioni di carcerati USA sono quasi tutti neri e questo non è certo indice di una maggiore propensione a delinquere antropologicamente connessa al colore della pelle quanto ad una repressione organizzata che trasforma in reato anche il semplicve attraversamento di una strada.
La leggenda americana nasconde accuratamente il genocidio dei pellirossa e racconta la guerra di indipendenza durata quattro anni dal 1860 al 1964 come guerra per l'abolizione della schiavitù e per la creazione di una America di uomini liberi. In effetti le cose non sono state come ci vengono raccontate. La guerra è stata crudelissima ed ha prodotto un nuovo rapporto tra gli States dell'Unione ma non ha cambiato molto la situazione degli afroamericani. E' vero che un nero a New York ha meno difficoltà a trovare un posto in cui urinare di un nero della Alabama. E' vero che nel Nord non ci sono stati i riti stragisti del KKK con croce in fiamme e cappuccio bianco. Ma la condizione generale dei neri non è cambiata sostanzialmente a nche se dentro le comunità afro si sono aperte delle finestre da una delle quali è uscito il Presidente Obama. Azzardo a dire che c'erano schiavi per i quali la libertà dal collare non ha migllorato la loro condizioni e si sono trovati nella necessità di cercarsi un pezzo di pane spesso senza trovarlo.

Il razzismo imperiale

Fate un esame anche superficiale di tutte le guerre e sono proprio tante fatte dagli USA dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi. La seconda guerra mondiale è stata l'ultima guerra nella quale i soldati americani hanno combattuto con soldati di pelle bianca come la loro: i tedeschi ed i loro alleati. Dopo di allora tutte le guerre a cominciare da quella di Corea per finire alle otto o dieci in corso oggi nel mondo dallo Iraq all'Afghanistan alla Siria alla Libia allo Jemen sono state tutte guerre contro  popolazioni di colore diverso da quello dei bianchi d'America.
C'è certamente una connessione tra l'aggressione alle popolazioni musulmane di colore olivastro o nero e gli omicidi di neri che si susseguono in america. La cultura generale del Paese è che bisogna combattere il terrorismo e questo viene identificato negli islamici dei quali nessuno è di colore bianco. In questa cultura generale del paese alimentata da un sistema massmediatico pervasivo ed impregnato dal pensiero unico liberista travano ricetto gli omicidi dei poliziotti e le condanne a morte  dei tribunali che non rivedono un processo e  non liberano un nero dalla orrenda morte di Stato neppure se le prove a suo favore sono schiaccianti.
  Non è possibile immaginare una America giusta con tutti i suoi cittadini a cominciare dai neri senza un cambiamento radicale della sua politica mondiale. Uccidere come hanno fatto gli USA da dieci a venti milioni di cittadini islamici in un'area che è un quinto del pianeta è il contesto nel quale il poliziotto di Ferguson ritiene di non pensarci due volte prima di premere il grilletto ed uccidere.
Pietro Ancona





   

sabato 7 marzo 2015

La libia che abbiamo distrutto

 La Libia che abbiamo distrutto

abbiamo fatto guerra alla Libia che era la nostra Lombardia del Sud che ci dava da mangiare e ci teneva in cima alla graduatoria dei PIL senza fiatare. Napolitano l'ha imposto a nome degli USA a Berlusconi facendogli capire che se non ubbidiva saltava.  Abbiamo fatto tremila missioni di bombardamento sulla Libia. Abbiamo perso cinquanta miliardi annui da impor esport per permettere agli assassini americani di uccidere Gheddafi il grande statista che garantì quaranta anni di pace e di prosperità paradisiaca ai libici ed agli africani che ospitava a milioni.
  Ora siamo alle prese con un problema biblico: l'arrivo di milioni di migranti e si chiede il blocco navale.
  abbiamo agito contro gli interessi dell'Italia per compiacere il padrone americano. Lo stesso stiamo facendo con la Russia. Contro i nostri interessi partecipiano alll'embargo imposto dai grandi scrocconi sanguinari USA che invidiano la Russia ed il genio di Putin.

venerdì 6 marzo 2015

stalin

 5 marzo 1953 - Giuseppe Stalin -

Muore Giuseppe Stalin, il più grande statista della storia del mondo che tradusse in uno Stato forte e generoso i principi del marxismo. Si inventò l'economia pianificata socialista articolata in piani quinquennali ognuno dei quali era un balzo prodigioso verso il futuro

Brevi cenni di biografia



www.resistenze.org - materiali resistenti - disponibili in linea - iper-biografie - 05.03.03

Testo messo a disposizione da Edizioni La Città del Sole conversione in html a cura del CCDP


Stalin: cenni biografici

tratto da Stalin - Opere Scelte – vol. I -

21 dicembre 1879
Giuseppe Vissarionovic Giugasvili nasce il 21 dicembre a Gori, un villaggio della Georgia. Suo padre, Vissarion Giugasvili, è calzonaio, la madre Caterina Gheoghievna è figlia di un contadino asservito.

Settembre 1888
Il piccolo Giuseppe Giugasvili entra nella scuola religiosa di Gori poiché, vista la sua intelligenza, i genitori intendono farlo studiare nonostante la loro povertà.

Giugno 1894
Termina brillantemente gli studi nella scuola di Gori.

Settembre 1894
Entra nel seminario di Tiflis, dove anche il padre, sopraffatto dalla concorrenza della produzione industriale, è costretto a trasferirsi per cercare lavoro come operaio salariato.

1894-1899
Il regime tirannico esistente nel seminario risveglia in Giuseppe Giugasvili, che si distingue per insofferenza di ogni forma di oppressione di ciò che si insegna al seminario, lo spirito della ribellione . Studia quanto è indispensabile per sostenere gli esami e si dedica invece allo studio di questioni più vive e alle più svariate letture. E´ questo il periodo della sua formazione iniziale come marxista e militante rivoluzionario.

Inizi del 1895
Giuseppe Giugasvili prende contatto con gruppi clandestini di marxisti rivoluzionari russi esiliati in Transcaucasia dal governo zarista. «Questi gruppi - disse in seguito Stalin - esercitarono su di me una forte influenza e mi dettero il gusto degli scritti marxisti clandestini». Inizia l´attività politica e dirige i circoli marxisti degli studenti.

1896
Giuseppe Giugasvili è alla testa dei gruppi marxisti che si formano nel seminario e inizia lo studio dei classici del marxismo. Legge il I° volume del Capitale, il Manifesto dei comunisti, il saggio di Engels sulle condizioni della classe operaia in Inghilterra e il saggio di Lenin Che cosa sono gli  "amici del popolo" e come lottano contro i socialdemocratici. Già, alla scuola di Gori egli si era formato opinioni materialistiche e ateistiche grazie alla lettura di opere scientifiche. In seminario, oltre ai testi del marxismo, egli legge e studia Galileo e Copernico, Darwin, Feuerbach, Spinoza, Bielinski, Dobroliubov, Tolstoi, Dostojevski, Gogol, Cernicewski e altri classici e critici russi e stranieri. Nello stesso anno si mette in collegamento col circolo degli operai de1 tabacchificio.

Gennaio 1898
È incaricato di dirigere uno dei più importanti circoli marxisti di Tiflis: il Circolo operaio delle Officine ferroviarie principali.
Agosto 1898
Entra nell´organizzaione socialdemocratica rivoluzionaria georgiana «Messame dessi» e successivamente nell´organizzazione di Tiflis del Partito operaio Socialdemocratico della Russia. Prende posizione per la corrente marxista rivoluzionaria contro quella riformista legalitaria.

Dall´agosto 1898 al maggio 1899
Stalin continua il suo lavoro di propaganda e di organizzazione occupandosi particolarmente del circolo delle Officine ferroviarie. «In quel circolo - scriverà trenta anni dopo - ebbi la prima formazione di militante rivoluzionario». Nel seminario si incominciano a nutrire sospetti sul suo conto. Viene ripetutamente sorpreso a leggere libri proibiti, il suo bagaglio viene perquisito e i suoi libri sequestrati. Viene ammonito e punito.

27 maggio 1899
Viene espulso dal seminario per "idee sovversive" e propaganda del marxismo.

28 dicembre 1899
Dopo aver vissuto alcuni mesi dando lezioni, si impiega come osservatore calcolatore all´osservatorio astronomico di Tiflis, continuando la sua attività di propagandista, agitatore e organizzatore.

1900-1902
Si intensifica la lotta della minoranza rivoluzionaria nell´organizzazione socialdemocratica di Tiflis. Stalin e i suoi compagni passano dalla propaganda politica nei piccoli circoli operai al lavoro politico tra le grandi masse; organizzano piccole tipografie illegali, stampano e diffondono manifestini, creano nuove organizzazioni, dirigono gli scioperi e le prime manifestazioni politiche dei lavoratori; prendono contatti con i rappresentanti del gruppo leninista dell´Iskra.

23 aprile 1900
Alla periferia di Tiflis Stalin parla a una manifestazione operaia per il 1° Maggio.

Agosto 1900
Stalin dirige con Kalinin un grande sciopero alle Officine ferroviarie.

Gennaio 1901
Giunge nel Caucaso il primo numero dell´Iskra e Stalin fa proprie le idee e le direttive di Lenin circa la creazione del partito proletario.

21 marzo 1901
La polizia zarista perquisisce la camera di Stalin all´osservatorio di Tiflis.

28 marzo 1901
Saputo di un mandato di cattura spiccato contro di lui, Stalin abbandona l´Osservatorio e passa alla vita illegale. Da questo momento la lotta rivoluzionaria sarà l´unica sua attività.

Settembre 1901
Per iniziativa di Stalin e di Ketskhoveli esce a Baku il primo numero del giornale illlegale Brdzola (la lotta) in lingua georgiana, con lo stesso orientamento dell´lskra di Lenin. L´editoriale è di Stalin.
Novembre 1901
Stalin viene eletto membro del comitato dell´organizzazione socialdemocratica di Tiflis. Alla fine del mese, per incarico del comitato stesso, si reca a Batum dove organizza circoli operai nei principali stabilimenti industriali e costituisce l´organizzazione socialdemocratica.

31 dicembre 1901
La conferenza dei rappresentanti dei circoli operai elegge un comitato designando Stalin a dirigerne l´attività: è il comitato della corrente iskrista-leninista di Batum.

31 gennaio-17 febbraio 1902
Stalin dirige ora per ora e guida alla vittoria un grande sciopero allo stabilimento Mantascev. È costantemente fra gli operai e li aiuta risolvere tutte le questioni, anche minime, che si presentano nel corso della lotta; è alla loro testa quando scendono in strada e affrontano la polizia.

9 marzo 1902
Stalin guida una manifestazione imponente alla quale partecipano più di seimila persone. La truppa spara uccidendo quindici operai.

6 aprile 1902
È arrestato e rinchiuso nel carcere di Batum.
Dal carcere si collega con l´organizzazione del partito, ne dirige il lavoro, scrive manifestini, organizza piccoli movimenti fra i detenuti: «In carcere - dice Stalin - bisogna lavorare il doppio per uscirne più preparati».
Marzo 1903
Il Congresso dell´organizzazione socialdemocratica del Caucaso costituisce l´Unione del Caucaso del Partito Operaio Socialdemocratico della Russia. Stalin, benché si trovi in carcere, è eletto nel comitato direttivo.

Novembre 1903
Viene deportato nella Siberia orientale dove riceve una lettera di Lenin che gli espone il piano di lavoro per l´organizzazione del partito.

Gennaio 1904
Fugge dal luogo di deportazione. Fino al 1917 sarà arrestato e deportato per ben sei volte, e ogni volta riuscirà a fuggire e a riprendere con nuova lena l´attività rivoluzionaria.

Febbraio 1904
Stalin è a Tiflis e prende la direzione dell´Unione del Caucaso del POSDR.

Febbraio-dicembre 1904
Svolge un intenso lavoro di orientamento, di direzione e di costruzione del partito in tutta la Transcaucasia e dirige la lotta per la convocazione del III°Congresso.

13 dicembre 1904
Stalin è alla testa di un poderoso sciopero generale di 20 giorni scoppiato a Baku, il primo grande movimento del periodo della rivoluzione del 1905.

1905
A febbraio, in risposta ai provocatori zaristi che hanno causato un massacro, con devastazioni e saccheggi, fra tartari e armeni di Baku, e che tentano di provocare un massacro anche a Tiflis eccitando gli uni contro gli altri i cittadini delle varie nazionalità, l´organizzazione bolscevica diretta da Stalin organizza una grande manifestazione. Alcune migliaia di armeni, georgiani, tartari e russi si raccolgono nel recinto della cattedrale e si giurano aiuto reciproco. Il giorno dopo la manifestazione si rinnova: ottomila manifestanti partono dalla cattedrale ortodossa, si portano poi alla sinagoga, alla moschea, al cimitero persiano, rinnovando il giuramento di fraternità. La provocazione zarista è spezzata e un passo decisivo è compiuto sulla via dell´unione fra i lavoratori delle varie nazionalità del Caucaso.
La lV Conferenza bolscevica del Caucaso diretta da Stalin decide di intensificare la lotta per la preparazione dell´insurrezione e intensifica la lotta contro i menscevichi.
Alla I Conferenza generale dei bolscevichi che si tiene a Tammerfors incontra Lenin per la prima volta.

Aprile 1906
Stalin è delegato al IV Congresso del POSDR a Stoccolma e difende a fianco di Lenin, contro i menscevichi, la linea seguita dai bolscevichi nella rivoluzione.

Aprile-maggio 1907
Si reca a Londra per partecipare al V Congresso del POSDR. Al ritorno si reca a Baku dove si impegna a fondo nella lotta contro i menscevichi. Pubblica e dirige vari giornali, tra cui il Proletario di Baku.

Giugno-dicembre 1907
Stalin dirige la campagna elettorale, guida gli operai dell´industria petrolifera alla conclusione di un contratto collettivo, pubblica giornali, mobilita le masse in lotte politiche contro lo zarismo, quando su tutta la Russia pesa già la cappa della reazione. Lenin definisce gli operai di Baku guidati da Stalin «Gli ultimi mohicani dello sciopero politico di massa» . In tutto il periodo della ritirata del movimento operaio e democratico, Stalin si batte per difendere l´esistenza e l´integrità del partito contro coloro che vorrebbero liquidarlo: sostiene che anche nell´ora della ritirata bisogna rimanere al proprio posto «senza mai perdere la calma, la padronanza di sé, il sangue freddo e la prudenza».

25 marzo 1908
Stalin è nuovamente arrestato.

Febbraio 1909
Dopo otto mesi di carcere, viene deportato in un villaggio del governatorato di Vologda. Durante il viaggio si ammala di tifo.

24 giugno 1908
Stalin evade di nuovo. Si reca prima a Pietroburgo, poi ritorna a Baku dove riprende il suo lavoro e dirige la lotta  contro i menscevichi che si pronunciano per la liquidazione del partito.

Inizio del 1910
Stalin viene nominato rappresentante del Comitato centrale del partito.
28 marzo 1910
È nuovamente arrestato.

Settembre 1910
Dopo sei mesi di carcere viene nuovamente deportato nel governatorato di Vologda

Luglio 1911
È autorizzato a trasferirsi nella città di Vologda.

7 settembre 1911
Elude la sorveglianza della polizia e si reca a Pietroburgo.

9 settebre 1911
È arrestato e nuovamente tradotto a Vologda.

Gennaio 1912
A Praga, alla VI Conferenza del partito, nella quale i menscevichi vengono espulsi e i bolscevichi si organizzano in partito indipendente, Stalin, benchè assente, viene chiamato a far parte del Comitato centrale del nuovo partito e incaricato della direzione del lavoro politico all´interno della Russia. Informato da Ordzonikidze, fugge dalla deportazione a cui è stato costretto nuovamente, ritorna nel Caucaso per organizzarvi il lavoro dei bolscevichi, e poi passa a Pietroburgo e fonda la Pravda (= verità), un giornale per la classe operaia, di orientamento e guida per le lotte di massa.

22 aprile 1912
Lo stesso giorno in cui esce il primo numero della Pravda con il suo articolo «I nostri scopi», viene di nuovo arrestato.
2 luglio 1912
Dopo più di due mesi di carcere, è deportato in Siberia da dove evade il 1° settembre. Il 12 dello stesso mese è di nuovo a Pietroburgo dove dirige la campagna per le elezioni alla IV Duma.

Settembre-novembre 1912
Stalin organizza la lotta contro i menscevichi liquidatori, organizza uno sciopero contro un abuso elettorale ai danni degli operai, elabora il mandato degli operai pietroburghesi al loro deputato, si reca a Mosca per stabilire i collegamenti con i nuovi deputati bolscevichi alla Duma.

Primi giorni di novembre 1912
Si reca a Cracovia dove è stato chiamato da Lenin per partecipare a una riunione. Rientra a Pietroburgo dove dirige per qualche tempo il lavoro del gruppo parlamentare bolscevico.

Dicembre 1912-gennaio 1913
Ritorna prima a Cracovia per una importante riunione del Comitato centrale, poi si trasferisce a Vienna dove fra l´altro scrive l´importante saggio teorico Il marxismo e la questione nazionale  in cui si rivela conoscitore approfondito del problema dei rapporti tra le varie nazionalità. Al rientro a Pietroburgo, il 23 febbraio, è arrestato di nuovo e deportato prima nuovamente in Siberia, poi, per timore di una nuova evasione, in un piccolo villaggio oltre il circolo polare artico, da cui lo libererà la rivoluzione del febbraio 1917.

1914-1916
Durante la prigionia prende contatto con altri bolscevichi deportati in altre località dell´estremo nord e partecipa, sia pure da lontano, al dibattito sulla guerra imperialista e contro l´opportunismo della II Internazionale e di Plekhanov.

Dicembre 1916
È chiamato alle armi, ma la comrnissione di leva lo esornera dal servizio al fronte e lo invia ad Acinsk dove lo raggiunge la notizia della rivoluzione di febbraio.

Marzo 1917
Stalin torna a Pietrogrado, dove il partito lo incarica della direzione della Pravda e lo delega a far parte del Comitato esecutivo del Soviet di Pietrogrado. Mentre si attende il ritorno di Lenin dalla Svizzera, Stalin, insieme a Molotov, è alla testa della maggioranza del Comitato centrale, fa fronte alle tendenze opportuniste che si manifestano nel partito e che chiedono una politica di appoggio incondizionato al governo provvisorio.

Aprile 1917
Stalin accoglie alla stazione Lenin che torna dal lungo esilio ed è costantemente al suo fianco. Nella VII Conferenza del partito sostiene il piano rivoluzionario esposto nelle "tesi di aprile" che vengono approvate, con la prospettiva della lotta per il passaggio ininterrotto dalla rivoluzione democratica alla rivoluzione socialista. È in questo periodo che si acutizzano le divergenze e le contraddizioni contro il trotzkismo e l´opportunismo di Kamenev. Presenta anche un rapporto sulla questione nazionale riconfermando il diritto delle nazioni di decidere delle loro sorti e di costituirsi in Stati indipendenti. Dopo la Conferenza viene costituito l´ufficio politico del Comitato centrale del partito e Stalin è chiamato a farne parte. Si occupa attivamente della propaganda tra i soldati, scrive regolarmente sui giornali del partito, partecipa al lavoro del Comitato del partito di Pietrogrado, presenta un rapporto sul movimento nazionale e i reggimenti nazionali a una Conferenza militare del partito.

Giugno 1917
Organizza a Pietrogrado la grande manifestazione operaia del 18 giugno.

20 giugno 1917
Il I Congresso dei Soviet elegge Stalin membro del Comitato esecutivo centrale.

Luglio 1917
Dopo le giornate del luglio, Stalin contribuisce in modo decisivo a salvare Lenin, ricercato dalla polizia di Kerenski, impedendogli di costituirsi  come volevano Kamenev, Rykov e Trotzky. Lenin è costretto a nascondersi, e, come dirà la Krupskaia nelle sue memorie, fu proprio Stalin a salvargli la vita convincendolo a non consegnarsi.

Fine luglio-agosto 1917
Lenin passa nell´illegalità, e Stalin, assieme a Sverdlov, dirige i lavori del Vl Congresso del Partito nel quale tiene il rapporto principale sull´attività del Comitato centrale e sulla situazione politica, fissando i compiti e la tattica del partito nella lotta per la rivoluzione socialista, sostenendo, in aspra polemica con i trotskisti, che la rivoluzione poteva vincere in Russia prima che in occidente. Il Congresso dà ragione alla tesi di Lenin e Stalin e decide la preparazione dell´insurrezione. Stalin mantiene i contatti del partito con Lenin, costretto a restare lontano da Pietrogrado, per organizzare la battaglia decisiva.
16 ottobre 1917
Il Comitato centrale costituisce il "Centro rivoluzionario militare", un organismo ristretto che ha il compito di preparare e dirigere l´insurrezione. Stalin viene posto alla testa di questo Centro.

24 ottobre 1917
Stalin respinge un attacco armato del governo di Kerenski contro il quotidiano del partito e pubblica l´articolo Che cosa ci occorre, che è un appello all´insurrezione.

25 ottobre 1917
Preso il potere con la vittoria della rivoluzione, Stalin entra a far parte del governo dei soviet come commissario del popolo per le questioni nazionali. Terrà questo incarico fino al 1923. È un posto decisivo per tutti i grandi avvenimenti che seguono e portano, via via, alla nascita delle repubbliche sovietiche dell´Ucraina, della Bielorussia, della Transcaucasia, dell´Asia Centrale, delle repubbliche e regioni autonome.

Novembre 1917-estate 1919
Oltre a portare avanti la sua azione nel governo sovietico, Stalin si impegna nelle lotte interne al partito e nella liquidazione di Kerenski e dei vecchi generali zaristi. Partecipa alla elaborazione della prima costituzione sovietica e, per incarico del Comitato centrale, organizza una conferenza di socialisti della corrente rivoluzionaria di vari partiti d´Europa e d´America. Sulla questione della pace di Brest-Litovsk è decisamente schierato con Lenin contro Trotski, le cui posizioni avventuriste consentono alla Germania di penetrare ancora più all´interno del territorio sovietico e ostacolano lo sviluppo dell´alleanza tra la classe operaia e i contadini-soldati che vogliono la pace. Nel marzo 1918 il VII Congresso del partito approva le posizioni di Lenin sulla questione della pace e nomina una commissione, sotto la direzione di Lenin, incaricata di elaborare il programma del partito. Stalin ne fa parte. Infine, iniziato l´intervento armato contro la rivoluzione, è impegnato continuamente sul fronte politico e militare per difendere il potere sovietico. Ha un ruolo di enorme importanza nella guerra civile partecipando direttamente alla conduzione delle operazioni militari su tutti i fronti: prima spezza l´offensiva delle truppe controrivoluzionarie bianche a Zaritzin (che poi prenderà il nome di Stalingrado); organizza la liberazione di Karkov e di Minsk; batte Kolciak sul fronte orientale; più tardi dirige la difesa di Leningrado; combatte sul fronte di Smolensk e, sul fronte meridionale, guida la controffensiva che annienta Denikin. Nell´offensiva contro le truppe polacche è commissario politico della leggendaria armata a cavallo di Budionny. Combatte in Crimea, ributtando a mare Wrangel e ponendo fine alla guerra civile.
Nel frattempo, nel novembre 1918, è stato chiamato a far parte del Consiglio della difesa dove esercita le funzioni di sostituto di Lenin. Nel marzo 1919 è nominato Commissario del popolo per il controllo statale e poi, nel 1921, dirigente del "Rabkin" (Ispezione operaia e contadina), organismo voluto da Lenin per la lotta al burocratismo e all´inefficienza. Terrà questo incarico fino all´aprile 1922 e, in quella responsabilità, organizza la più larga partecipazione dei lavoratori alla direzione dello Stato.

1921
Su proposta di Stalin, l´Armata Rossa entra in Georgia e stronca l´ultimo focolaio controrivoluzionario. Al termine della guerra civile, Stalin si impegna a fianco di Lenin nella lotta sul fronte interno del partito. Bisogna risolvere il problema di passare dal comunismo di guerra a una politica che incoraggi i contadini a produrre e permetta la ripresa economica del Paese. Contro i trotzkisti che vogliono ancora stringere la vite del comunismo di guerra, Stalin è in prima linea. Al X Congresso si oppone, insieme a Lenin, al tentativo di Trotsky di sottoporre gli operai ad una disciplina militare, sottolineando la necessità della persuasione, e che i sindacati siano scuola di comunismo. Il Congresso respinge anche le posizioni ultra-democraticistiche e anarcoidi della cosiddetta "Opposizione operaia" e proibisce i gruppi frazionisti. In questo periodo Stalin presenta anche una relazione per una politica che acceleri il progresso delle Repubbliche sovietiche arretrate.

3 aprile 1922
Il Comitato centrale del partito, su proposta di Lenin, elegge Stalin Segretario generale del Comitato centrale del Partito, nuova carica istituita dall´XI Congresso.

Aprile 1923
Stalin presenta la relazione del Comitato centrale al XII Congresso del partito, al quale Lenin, malato, non può partecipare; respinge le manovre dei trotzkisti e dei bukariniani che considerano la "NEP" (nuova politica economica) come una capitolazione; promuove la lotta contro le tendenze nazionalistiche.

21 gennaio 1924
Muore Lenin.
29 gennaio 1924
Stalin viene rieletto membro del Comitato esecutivo centrale dell´U.R.S.S.

23-31 maggio 1924
Stalin dirige i lavori del XIII Congresso del partito. Il 24 presenta al Congresso la relazione organizzativa del Comitato centrale. Il 29 viene rieletto membro del Comitato centrale.

2 giugno 1924
Alla riunione del Comitato centrale Stalin viene eletto membro dell´Ufficio politico, dell´Ufficio di organizzazione, della Segreteria e Segretario generale del C.C.

17 giugno-8 luglio 1924
Stalin partecipa attivamente ai lavori del V Congresso dell´Internazionale Comunista; viene eletto alla presidenza del Congresso stesso e chiamato a far parte delle principali commissioni e presiede i lavori di quella politica. Al termine del Congresso viene eletto membro del Comitato esecutivo dell´Internazionale e nella sua presidenza.

1924-1927
Guida la lotta del Partito contro le posizioni disfattiste dei trotzkisti che sostengono sia impossibile edificare il socialismo in URSS se prima non interviene la rivoluzione in Occidente. Stalin sostiene il principio leninista che è possibile costruire il socialismo anche in un solo paese e che la rivoluzione russa non deve "marcire" nell´attesa della rivoluzione in Occidente. Sconfigge anche le posizioni di Kemenev e Zinoviev che si oppongono all´industrializzazione dell´U.R.S.S. La lotta contro le posizioni del blocco trotzkista e zinovievista si conclude il 14 novembre 1927 con la espulsione dal partito di Trotzky e Zinoviev decisa in riunione congiunta dal Comitato centrale e dalle commissioni di controllo. Il XV Congresso del partito, nel dicembre successivo, approva la proposta di Stalin di superare il ritardo dell´agricoltura sovietica procedendo alla collettivizzazione attraverso il raggruppamento delle piccole aziende contadine.

1928-1929
Inizia l´offensiva dei contadini poveri e medi contro i "kulaki" (contadini ricchi) e contro il loro "sciopero del grano". Il Partito, diretto da Stalin, batte e respinge la deviazione di destra di Bucharin e Rykov, sostenitori della via capitalistica di sviluppo delle campagne ("arricchitevi"!). Viene approvato il primo piano quinquennale.

1930-1933
Stalin è impegnato nella realizzazione del piano quinquennale che, in realtà, raggiunge i suoi obbiettivi in quattro anni. Dopo l´andata al potere di Hitler, dà una precisa definizione del fascismo che è rimasta famosa: «dittatura terroristica aperta degli elementi più reazionari, più sciovinisti e più imperialisti del capitale finanziario».

1934
Al XVII Congresso, il partito si presenta con un ricco bilancio di vittorie in tutti i campi. Ogni opposizione aperta è scomparsa. Di fronte agli incontestabili successi e all´inevitabile isolamento cui sarebbero condannati con una tattica di attacco aperto, i nemici del partito ricorrono all´azione clandestina, al sabotaggio e al terrorismo. Il 1° dicembre, a Leningrado, è assassinato Kirov, uno dei massimi dirigenti bolscevichi, stretto collaboratore e compagno di lotta di Stalin.

1935-1939
Al Comitato Centrale, Stalin afferma che bisogna respingere la teoria opportunista della estinzione della lotta di classe man mano che procede la costruzione del socialismo. Al contrario: i nemici di classe non disarmano e ricorrono a nuove e più disperate forme di lotta.
In questo periodo, il Partito e lo Stato sovietico, con una azione energica e con l´attivo contributo delle masse, smascherano e pongono fine all´attività controrivoluzionaria di spie, sabotatori e agenti del nemico infiltrati. Se vi sono eccessi, come Stalin stesso riconoscerà autocriticamente al XVIII Congresso, e che del resto erano inevitabili, nell´essenza il movimento di epurazione colpisce nel giusto e grazie ad esso il fronte interno si presenta più che mai solido di fronte alla guerra imminente. I legami del Partito con le masse si rafforzano e si estendono sempre di più. Il movimento stachanovista testimonia dell´attaccamento della classe operaia al potere sovietico, e del grande slancio nella edificazione del socialismo.

1935
Il VII Congresso dell´Internazionale Comunista, contro i pericoli di guerra rappresentati dal nazifascismo, lancia la parola d´ordine dei fronti popolari e della più ampia unità antifascista. L´URSS è alla testa nella denuncia e nello smascheramento delle manovre nazifasciste: avanza alla Società delle Nazioni precise proposte per il disarmo e la sicurezza collettiva, ma Francia e Inghilterra le respingono.
Novembre 1936
L´VIII Congresso dei Soviet approva il progetto di nuova Costituzione dell´URSS.

Aprile 1937
Il secondo piano quinquennale viene realizzato con nove mesi di anticipo.

1939
Il patto di non aggressione tra URSS e Germania spezza il tentativo delle potenze capitalisliche occidentali di dirottare le ambizioni naziste esclusivamente verso l´URSS, tentativo che aveva avuto nella vergognosa conclusione della conferenza di Monaco la più clamorosa manifestazione.

1941
Al momento dell´aggressione hitleriana l´URSS si è enormemente rafforzata e il fronte antifascista si è fatto molto più esteso. Il 6 maggio Stalin è nominato Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo. Il 22 giugno la Germania aggredisce l´URSS. Il 30 giugno Stalin è nominato presidente del Comitato di Difesa dello Stato e assume personalmente la direzione della guerra e di tutte le forze armate sovietiche. In un celebre discorso radiotrasmesso, esorta i popoli sovietici e di tutto il mondo alla resistenza e alla riscossa (3 luglio). Batte il tentativo di Hitler di occupare Mosca: per la prima volta, le armate naziste si vedono ricacciate indietro per oltre quattrocento chilometri.

1942
L´Esercito Rosso e il popolo, per ordine di Stalin, impegnano ogni energia nella gloriosa battaglia di Stalingrado: prima nella sua difesa strenua ed eroica, poi nella controffensiva che segna la svolta decisiva nella seconda guerra mondiale.

1943
Il 6 marzo il Presidium del Soviet Supremo dell´URSS nomina Stalin Maresciallo dell´Unione Sovietica. In agosto vengono già prese misure urgenti per la ricostruzione dei territori liberati dall´occupazione tedesca. A novembre Stalin partecipa con Roosevelt e Churchill alla Conferenza di Teheran nella quale viene approvata una dichiarazione sulle azioni di guerra comuni e sulla collaborazione delle tre potenze nel dopoguerra.

1944
Su proposta di Stalin, il Soviet supremo delI´URSS decide la costituzione di Commissariati del Popolo per gli esteri e per la difesa nelle singole repubbliche federali dell´Unione Sovietica.

1945
In gennaio, per aiutare gli alleati che sul fronte occidentale sono in pericolo nelle Ardenne, Stalin anticipa di otto giorni l´offensiva prevista sul fronte russo dal Baltico ai Carpazi. L´offensiva tedesca sul fronte occidentale viene interrotta. Churchill esprime "con tutta l´anima" la sua gratitudine a Stalin per "la gigantesca offensiva" sovietica.
In febbraio Stalin partecipa alla Conferenza di Yalta con i dirigenti degli Stati Uniti e dell´Inghilterra. Il 21 aprile firma un trattato di amicizia con la Repubblica polacca liberata.
L´Armata Rossa che ha sostenuto il principale peso militare della guerra - gli Alleati si sono decisi ad aprire un secondo fronte in Normandia solo nel giugno 1944 - giunge in una rapidissima avanzata fino nel cuore della Germania. II nazismo è sconfitto, a Berlino sventola la bandiera rossa.
Il 27 giugno Stalin viene nominato generalissimo dell´Unione Sovietica.
Dal 17 luglio al 2 agosto Stalin partecipa alla Conferenza di Potsdam dove sostiene l´applicazione delle misure pratiche tendenti a rendere stabile e solida la pace in Europa. Per accelerare la fine della guerra su tutti i fronti, a nome del governo sovietico, accetta di intervenire nella guerra contro il Giappone che si arrende il 2 settembre.

1946-1953
Stalin si dedica alla ricostruzione e allo sviluppo delle forze della società socialista e prepara il quarto piano quinquennale. L´imperialismo ha avviato la "guerra fredda" e Stalin ammonisce i fomentatori di guerre a desistere dalla loro azione. Chiede un controllo internazionale sull´energia atomica e riconferma la sua persuasione che la coesistenza pacifica dei due sistemi socialista e capitalista è possibile a condizione che i trattati internazionali vengano scrupolosamente rispettati, che l´indipendenza delle nazioni e la loro sovranità vengano difese, che le nazioni abbiano uguali diritti.
Denuncia il revisionismo di Tito e, nel frattempo, guida all´interno la rapida opera di ricostruzione e all´esterno il fronte mondiale dei popoli contro l´imperialismo. Orienta la politica sovietica verso il rispetto della sovranità e dell´indipendenza delle piccole nazioni e verso la coesistenza pacifica. Ma non rinuncia, però, ad un´attenta difesa del campo socialista, a rafforzare le forze che lottano per la pace e a sostenere la lotta dei lavoratori e dei popoli.

5 marzo1953
Il 5 marzo muore. In tutto il mondo la sua scomparsa suscita una emozione senza precedenti tra i rivoluzionari, i lavoratori e tutta l´umanità progressista.