sabato 4 luglio 2015

Voto per settecento milioni

 i greci votano per settecento milioni di persone

Oggi i greci alle urne saranno all'incirca dieci milioni, forse meno ma il loro voto riguarda settecento milioni di europei che finalmente, dopo anni di dittatura plumbea della Troika, dopo la forzature delle legislazioni nazionali piegate per fare gli interessi delle banche e delle confindustrie specialmente in tema di lavoro, si trovano davanti la prima vera  contestazione alle politiche comunitarie che il Parlamento Europeo ed i grandi partiti della socialdemocrazia non hanno saputo o voluto fare,.
 Non a caso Schultz è livido e sbraita contro Tsipras. E' stato scoperto. Ha messo il sonnifero al partito socialdemocratico tedesco fino a provocarne una letargia quasi paralitica. Anche Holland è stato spiazzato e scoperto da Syriza. Cinque mesi di durissima trattativa dei greci hanno fatto maturare in Europa la coscienza della urgenza di una svolta radicale dalle politiche imposte dalla Merkel e dall'anima nera dell'Europa il suo ministro delle finanze Schauble che dalla sua carrozzella sporge una faccia dura che digrigna i denti e minaccia quanti in Grecia, in Spagna, in Italia osano mettere in discussione la politica di austerità  che sta sostituendo all'Europa civilissima ed invidiata dal mondo intero degli ultimi cinquanta anni una plaga abitata da milioni di persone che in certi Stati guadagnano soltanto 200 euro al mese per dieci ore di lavoro. Il welfare europeo viene smontato giorno dopo giorno con aggressioni liberiste alla scuola alla sanità alla università..
  Ieri la signora Merkel ed il suo torvo ministro delle finanze sono state contestati in Germania. I giornali scrivono  che si tratta di un piccolo gruppo di sostenitori del no ma la verità è che il germe della rivolta Tsipras ed il suo formidabile ministro della economia Varoufakis sta germogliando in Europa. Se vince il no  la plumbea prigione europea sarà illuminata dai raggi del sole e sarà l'inizio della fine di una classe dirigente liberista nemica dei popoli che, come diceva oggi Varoufakis  ad un giornale spagnolo deve cedere il posto alla democrazia alla libertà ad una politica economica e sociale di benessere e lavoro per tutti.La globalizzazione fa diretta non abbassando il tenore di vita delle zone alte del pianeta ma alzandolo dappertutto e  cambiando le priorità dell'economia che non possono continuare a permettere che l'1 per cento abbia radditi maggiori del 99 per cento della gente.

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