venerdì 1 maggio 2015

Non mi unisco al coro



 Non mi unisco alla condanna unanime


la incolmabile distanza tra questione sociale e ceto politico è rappresentata dai commenti di condanna delle proteste di Milano fatte da tutta l'Oligarchia Politica  di destra, di centro, di opposizione. Anche la stupidità e la voglia di perbenismo di rampanti esponenti di 5 stelle si sono fatte sentire con Grillo e Di Maio che si uniscono al raccapriccio dei potenti per la devastazione di Milano e chiedono la destituzione di Alfano che "non ha saputo prevenire".

Io credo che Alfano ha fatto tutto e di più per dare una risposta poliziesca in termini di prevenzione e poi di repressione. Il corteo di protesta per l'Expo è stato relegato lontano dal centro storico di Milano e la quantità di agenti e carabinieri non è stata certo inadeguata. L'uso dei lacrimogeni è stato intenso.

I giovani non hanno arrecato danno alle persone ma soltanto a cose che simboleggiano il potere capitalistico del XXI secolo: le banche, i negozi di lusso, gli uffici.

Per sottolineare l'indifferenza della Classe Dominante a quanto avveniva nelle strade l'esecuzione della Turandot ha avuto luogo alla Scala. Una folla elegante in abito da sera ha goduto delle immortali melodie del grande Puccini. Una folla che solo in vestiti e gioielli valeva molto di più del corteo dei disperati.

A quanti condannano le modalità della lotta ricordo che le manifestazioni non violente gli scioperi e la buona volontà delle classi seviziate non servono proprio a niente. Il Potere se ne fotte. Basti per tutti la terribile vicenda della scuola e le spaventose innovazioni che sono state introdotte dal progetto governativo con le quali i professori dipendono dai loro Presidi e Direttori managers che li puniscono o li premiano " per il loro merito". La linea del governo sulla scuola sarà implacabile così come lo è stato sulle pensioni  e come si sviluppa nella sanità dove anno dopo anno viene ridotta la copertura dei bisogni della popolazione.

La Job Act che Napolitano ed altri spacciano per quella che non è ha rubato il futuro alle nuove generazioni ed anche a quelle oramai di quarantenni  incanutite nel precariato .Il contratto a tutele crescente solo nominalmente è a tempo indeterminato ma è un contratto triennale che incentiva di datori di lavoro a licenziare al terzo anno. La defiscalizzazione pari a 8000 mila euro annui per tre anni a vantaggio dei datori di lavoro aprirà una voragine  nei conti dell'INPS. L'idea è quella di marciare verso un lavoro allegerito da oneri sociali e verso la riduzione della copertura sociale dell'INPS nel giro dei prossimi venti anni.


La condanna dei massmedia e dell'intero ceto politico parlamentare non ha tuttavia riscontro nel sentire profondo della popolazione. Per la prima volta nella gente comune non c'è presa di distanze, non c'è esecrazione per le violenze (che comunque sono state relative solo alle cose) dei giovani a Milano: In ogni famiglia di italiano, tranne in quelle dei politici e dei professionisti affermati, c'è un giovane precario o disoccupato e le condizioni per la sua immissione al lavoro sono diventate molto difficili nonostante i finti masters ed il lavoro gratuito disposto ad erogare (naturalmente finanziato dalla famiglia).-

La Job Act ha  chiuso la porta in faccia al futuro di milioni e milioni di persone. La protesta ha le sue basi nella precarizzazione generale coatta voluta non solo dal padronato ma anche dal governo. Governo e Parlamento hanno agito per conto del padronato e ne hanno condiviso la responsabilità.

Milano ieri ha mostrato .la collera delle nuove generazioni. Questa collera cova nel profondo della società e non solo italiana. Renzi ha voluto dare troppo ai padroni. Ha esagerato ed ha provocato una inguaribile rottura..


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