Primo Maggio a Pozzallo
i tre grandi sindacati governativi italiani CGIl, Cisl, UIL hanno celebrato insieme il 1 Maggio a Pozzallo porto di immigrati provenienti dall'Africa sopravvissuti alla traversata dello stretto di Sicilia.
Fare il 1 maggio a Pozzallo è stata una scelta astuta, opportunistica, una fuga per la tangente. Sono state evitate le piazze delle grandi città italiane come Torino, Milano, Roma, Genova, Palermo. Si è scelto un luogo ed un tema che difficilmente avrebbe esposto alla contestazione i tre Gerarchi. Difficilmente la gente avrebbe potuto rinfacciare alla Camusso ed ai suoi due colleghi la Job Act che hanno lasciato passare facendo finta di opporsi e sarebbe stato imbarazzante contrapporre le pene di Cipputi preso a calci in culo da Renzi alle pene di Omar sopravvissuto del barcone dove sono morti tanti suoi disgraziati compagni di viaggi.
La furbizia non manca a coloro che gestiscono dieci milioni di iscritti che non contano proprio niente e che sono le stampelle seppure scivolose del potere governativo e confindustriale.
Insomma i nostri tre ineffabili eroi si sono chiusi in un piccolo e civilissimo paese siciliano nella provincia che le gesta del commissario Montalbano ha fatto diventare familiare agli italiani per non guardare in faccia i lavoratori e la verità della loro funzione quella di mezzani del PD e della Confindustria.
Intanto la disoccupazione è al 13 per cento, la più alta in Europa dopo quella greca e la festa del 1 maggio non è stata rispettata dalle avanguardie del nuovo capitalismo urbano che ha trasformato ed intristito le nostre città: gli ipermercati, i supermercati tutti aperti con gli schiavi e le schiave del lavoro al loro posto in piedi a servire i consumatori. Oramai il tempo dei lavoratori è diventato tutto proprietà della impresa e lo stesso lavoro non ha più valore e "ringraziamo il Cielo" ad averlo come mi diceva ieri una commessa del Conad.
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