sabato 27 dicembre 2014

Ottimismo mal riposto di Alleva


L'ottimismo malriposto di Alleva
Sul Manifesto il giuslavorista Alleva (uno dei pochi rimasti dalla parte di Cipputi molti suoi colleghi si sono messi da un pezzo al servizio della destra sociale) si dichiara ottimista sull'esito futuro della Job Act e accentra le sue speranze sul referendum che dovrebbe ripristinare e magari migliorare l'originario art.18.
Capisco le ragioni per le quali nel giorno della sconfitta più nera del movimento operaio una persona sensibile come Alleva apra questa prospettiva. Ma trattasi di prospettiva pericolosa ed incerta. I lavoratori dipendenti in Italia sono una minoranza sovrastata da una enorme quantità di imprenditori, artigiani, professionisti, banchieri. Come ebbe a dire il Grande Furbastro che dirige l'Italia sono soltanto dodici milioni e quindi minoranza.
In un referendum nel quale votano tutti e tra questi un milione tra politici e parapolitici interessati al baraccone così com'è è assai possibile che il referendum venga perduto dai lavoratori. Dopo di che possiamo suonare una messa di requiem e metterci il cuore in pace.
La Camusso rilascia dichiarazioni di fuoco ed irritate e promette ricorsi alla corte di giustizia europea e non so a che altro. Non parla dell'unico ricorso che probabilmente potrebbe essere quello giusto e che potrebbe essere efficace: il ricorso alla Corte Costituzionale per la palese violazione di numerosi suoi pri ncipi e tra questi non ultimi il principio della parità nei trattamenti eco nomici.
La cosidetta sinistra del PD si agita ma ha fatto davvero poco per cambiare le cose ed al momento della stretta è rientrata nei ranghi renziani pur
con qualche maldipancia vero o simulato.
Lo sciopero generale viene adombrato ma non se ne farà proprio niente. Anche se si facesse non cambierebbe la legge già approvata.
La CGIL ha commesso un crimine innanzitutto contro se stessa e la sua storia: ha permesso che i lavoratori italiani venissero umiliati e messi nelle mani dei datori di lavoro. Chi entra stamane in una azienda in una officina in un ufficio sente aleggiarvi paura, terrore,umiliazione. Mai i lavoratori erano stati strapazzati come ha fatto Renzi oggi. Lo ha fatto perchè è vigliacco. Sapeva che i liberisti europei volevano una riforma de lui ha scelta la più facile per il governo da fare e cioè togliere diritti al lavoro dipendente. Poteva proporre l'abolizione delle regioni che sono la vera causa della crisi finanziaria in Italia ma non lo ha fatto perchè non se la sentiva di fronteggiare la rivolta trasversale delle ingortde oligarchie politiche.
La CGIL è stata complice di questa riforma esattamente come la Cisl fu complice della legge Biagi e poi CGIL e CISL furono complici della legge Fornero.
E' già iniziata la battaglia della destra economica italiana per portare a termine l'azzeramento completo dell'art.18. Obiettivo sostenuto dal NCD di Alfano ma che nel giro di un paio d'anni sarà condiviso dal PD e diventerà legge.

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