sabato 1 novembre 2014

la fretta di napolitano


      

La fretta di Napolitano

il testo della dichiarazione resa da Napolitano ai giudici è già pubblicato nel sito ufficiale della presidenza della repubblica. Una operazione che è stata fatta con insolita fretta quasi a volere chiudere rapidamente la questione senza perderci molto tempo.
Normalmente gli atti di un processo sono resi pubblici dall'Autorità Giudiziaria. Sebbene il testimone sia il Presidente della repubblica la pubblicazione della sua testimonianza (86 pagine sbobinate) nel suo sito non è "normale".

La testimonianza è assolutamente priva di qualsiasi contenuto utile allo approfondimento delle indagini sulle relazioni tra lo Stato e la Mafia. E' aria, solo aria- Dove vai? Porto pesci!! Il clima evocato degli anni novanta nelle parole di Napolitano non va al di là di quanto conosciamo dalla lettura dei giornali. Niente di nuovo.

Non si capisce a questo punto perchè Napolitano abbia voluto che le intercettazioni delle telefonate di Mancino (o di altri) fossero distrutte e per fare questo ha provocato un giudizio della Consulta. Consulta che non avrebbe potuto dirgli di no senza causare una crisi nei rapporti tra le due massime istituzioni dello Stato. Nessun chiarimento nessuna spiegazione per le parole allarmanti scritte dal consigliere giuridico D'Ambrosio.

Insomma non abbiamo saputo il resto di niente. Resta il fatto che l'attuale capo mafia Matteo Messina Denaro è latitante da decenni come lo furono i suoi predecessori Reina e Provenzano e certamente questo non rientra nella normalità di uno Stato democratico. Resta il fatto che la villa di Reina non fu perquisita nei quindici giorni successivi alla sua cattura. Basterebbero questi due fatti a darci l'idea di uno Stato che è capace di uccidere nelle sue caserme Cucchi ed altre cinque o sei persone ma che di fronte alla mafia è incerto e a volte complice.
http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Notizia&key=47757

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