venerdì 31 ottobre 2014

Tigre di carta anzi micetto

La tigre di carta anzi  il micetto

La giornata di ieri è stata la più nera di Matteo Renzi da quando spinto avanti vertiginosamente da un sistema massmediatico al suo servizio che ne ha drogato la percezione si è impossessato delo governo dal quale aveva estromesso Letta togliendogli letteralmente la sedia di sotto. Ha perso anche un poco la tramontana per via dei micidiali manganelli usati  contro gli operai siderurgici di Terni venuti a Roma per contestare il licenziamento di 570 lavoratori.E' stato il suo più grosso incidente, un infortunio terribile per la sua "comunicazione". Il ridicolo i ntervento di Alfano in Parlamento a spiegazione dell'accaduto è stata una terribile zappata sui piedi del governo.
  Nel tentativo di recuperare Matteo Renzi ha concesso a Landini la sala stampa di Palazzo Chigi nel quale non si era mai visto un sindacalista a fianco di alcuni ministri a parlare con i giornalisti frastornati e sorpresi. Insomma Renzi si è fatto prendere dal panico, gli è venuta un po di cacarella, e ha cercato di rimediare facendo comunque confusione e basta,. Intanto Susanna Camusso gli intimava di abbassare i manganelli ed annunziava il Direttivo CGIL  che avrebbe fissato la data dello sciopero generale. Landini dal canto suo ha annunziato due grossi s cioperi dei metalmeccanici per il 14 ed il 21 novembre al quale probabilmente si uniranno gli studenti di tutta Italia. Insomma il focus del Paese si sposta da Renzi a sindacato.
   Insomma ieri si è percepito per la prima volta dopo sette anni nei quali ha parlato soltanto il governo e la destra economica e sociale in tutte le sue forme  come il paese possa tornare ad essere democratico e padre amoroso e non patrigno dei lavoratori. Si è capito che soltanto l'inerzia della CGIL (gli altri due sindacati non contano niente) ha tenuto in piedi i governi Berlusconi, Monti, Letta e che la ripresa di iniziativa del movimento avrebbe potuto invertire la rotta che il liberismo egoista e predatorio ha finora impresso al governo.
    Insomma mi sono confermato nelle gravissime responsabilità verso i lavoratori e verso la democrazia e la libertà che ha la CGIL per avere assecondato in questi anni l'ascesa del PD al potere facendosi mettere i piedi in faccia e spogliando i lavoratori dei loro diritti. Dalla legge Biagi alla legge Fornero è stata una resa incondizionata ai diktat del capitalismo e della destra italiana. La natura generosa classista rivoluzionaria e riformista della CGIL è stata violentata da una direzione collaborazionista che va da Epifani alla Camusso.
  Se conosco bene i miei polli Renzi è già alla ricerca di un compromesso sulla Job Act. Temo che troverà l'accordo  e che questo non sarà  molto favorevole ai lavoratori ed alla idea di diritto che nasce dalla Costituzione. L'unico possibile accordo che la CGIL dovrebbe proporre è l'estensione dello art.l8 a tutti i lavoratori e l'abolizione delle leggi Biagi e Fornero. Temo che non sia in grado di fare questa svolta radicale anche se è quella che farebbe ritrovare alla CGIL la sua anima. La CGIL può comunque ottenere molto.   Renzi teme la nascita di un forte partito progressista alla sua sinistra che manderà in fumo i suoi sogni di gloria.
  I prossimi giorni saranno molto istruttivi. Seguiamoli con trepida attenzione,.

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