domenica 7 settembre 2014

Gli sciacalli di Cernobbio

  1. Gli sciacalli di Cernobbio e l'art.18

    Il cosidetto Gotha della dirigenza dell'economia italiana riunita a Cernobbio è alla ricerca di trovare un filo conduttore, qualcosa che giustifichi e dia un senso ad una riunione nella quale si sente il refrain di discorsi triti e ritriti e di una consunta e velleitaria voglia di apparire ancora per ciò che non sono. Hanno trovato il filo conduttore nell'attaccare l'art.18 considerando la sua rimozione o il suo svuotamento sostanziale la panacea per rilanciare l'occupazione e fare riprendere l'economia italiana. Insomma, secondo questi signori, la colpa della crisi italiana sta nel fatto che un lavoratore non possa essere licenziati senza giusta causa e senza un qualche risarcimento.
    Non hanno il coraggio di affrontare di petto l'art.18 e lo aggirano alle spalle riducendo le possibilità di intervento del Magistrato ed il risarcimento. Lo chiamano modello tedesco ma il sottosegretario all'economia tedesca presente a Cernobbio li ha gelati dicendo che il modello tedesco funziona non per come è quell' l'art.18 ma per l'esistenza di "precondizioni". Alludeva al fatto che queste precondizioni non esistono in Italia e naturalmente si tratta del funzionamento dello Stato tedesco, delle scelte di innovazione a suo tempo fatte dalla aziende e di tante altre cose e cosucce che i convenuti di Cernobbio non si sognano lontanamente dall'affrontare.
    Ho sentito in tv le interviste di quattro o cinque convegnisti di Cermobbio. Si tratta di ammi nistratori delegati di banche o di imprese statali. Tutte persone che vivono con stipendi favolosi che al mondo hanno pochi e contati manager. In genere i loro emolumenti sono tutti o quasi fatti di denaro pubblico. Sono la scandalosa lama di una forbice sociale che da un lato ha questa gente a milioni di euro l'anno e dall'altro milioni di lavoratori che non raggiungono i quindici mila euro l'anno al netto delle tasse sempre più esose e pesanti.
    Si tratta di falliti, di persone che hanno portato l'Italia alla rovina con scelte sciagurate realizzate con il concorsi di sindacati confederali vili e fedigrafi oppressi da partiti di governo come il PD che ne hanno snaturato il ruolo.
    Il governo fa la parte del poliziotto buono e di quello cattivo. Alfano voleva la testa dell'art.18 entro agosto, l'ineffabile Damiani ex segretario Fiom ed ex ministro del PD fa la parte del poliziotto buono.
    Naturalmente con l'art.18 disossato e svirilizzato non cambieranno di una virgola la situazione italiana. Non avranno nessuna nuova occupazione. Piuttosto la situazione si aggraverà perchè quanto meno diritti hanno i lavoratori e quanto meno salario arriva alle loro tasche tanto peggio sarà per il sistema economico che si affossa in una deflazione senza fine.

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