lunedì 29 settembre 2014

Una carogna sociale

  Una carogna sociale

il capo del governo non dovrebbe essere un tizio che digrigna i denti minaccia e fa il bullo nei confronti della parte del Paese che più di tutti sta pagando il peso quasi insostenibile della crisi economica e sociale.
 Non può essere tutto sorrisi e pacche sulle spalle con Marchionne ed insulti e sputi in faccia ai Cipputi.
 Cipputi sono stati svillaneggiati e criminalizzati da Renzi e dai suoi ruffiani davanti ai precari come se il precariato non fosse stato creato dalla oligarchia al governo a partire dal pacchetto Treu e poi alla famigerata legge Biagi e poi ancora Fornero.

 In una situazione come è quella italiana in cui il lavoro è introvabile perchè non c'è o perchè viene nascosto (accade anche questo) togliere il diritto al reintegro al posto di lavoro se licenziati ingiustamente è un vero e proprio crimine sociale. Non siamo in una realtà in cui perso un posto di lavoro entro quindici giorni se ne trova un altro simile. Non è questa l'Italia. Se perdi il posto di lavoro puoi sprofondare nelle sabbie mobili e finire nell'unterground sociale. Quante persone per avere perso il posto sono ridotti a dormire prima in auto e poi nei dormitori pubblici?
 
 Togliere ai lavoratori il diritto al reintegro è aumentare il già alto tasso mdi ricatto che viene usato nei loro confronti.
 
  L'abolizione dell'art.18 è un fatto ideologico preteso dal una parte della  borghesia italiana. Una sorta di certificato di buona condotta liberista che verrà mostrato alla Merckel ed ai mostri della Commissione Europea della BCE e del FMI che lo reclamano.
   E' anche una forzatura perchè non tutta la borghesia italiana era ed è d'accordo a fare questo strappo, ad infliggere questa ferita a quanti portano avanti l'Italia con salari davvero meschini.
 
 Renzi sta tirando la corda assai più di quanto lo abbiano  fatto Monti e Berlusconi.
  
 Il PD che oggi approverà a grande maggioranza la scelta di Renzi diventa il partito che ha liquidato quanto restava dei diritti dei lavoratori.
 
  Questo è l'esito di una storia politica che è cominciata con Berlinguer ed attraverso Occhetto giunge a Renzi. La storia di una abiura degli ideali e della identità a cominciare dalla rivoluzione di ottobre e poi della criminalizzazione di Stalin e dell'URSS per scegliere la "libertà e la democrazia " dell'Occidente. Libertà e democrazia simboleggiate dai cinquanta milioni di morti di fame e venti milioni di senza tetto di cittadini americani senza diritti e dalle bombe che giorno e notte vengono sganciate sulla Siria e sull'Iraq dalla "civilissima Europa" e della Nato che per Berlinguer era un ombrello che lo riparava dal totalitarismo rosso.

  





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