Dalla Concertazione alla sconcertazione
Matteo Renzi ha convocato CGIL CISL
ed Uil a palazzo Chigi con all'ordine del giorno la legge di stabilità che è la
legge fondamentale dello Stato con la quale si compiono scelte decisive per il
governo dell'economia del Paese. I tre segretari generali presenti ed i loro
collaboratori si aspettavano di potere presentare le loro osservazioni e
proposte ma la cosa non è stata possibile.Il governo non ammette la discussione
con i sindacati sostenendo che soltanto il Parlamento ha il potere di discutere
la proposta del governo. Tra parentesi: un potere del Parlamento che è stato
difatto soppresso con il ricorso sistematico alla fiducia.
E' apparso chiaro
agli sgomenti sindacati che erano stati chiamati a Palazzo Chigi per essere
umiliati pubblicamente e dare la possibilità a Renzi di negare platealmente il
loro diritto ad influire nella politica economica generale del governo.
L'irritazione nevrastenica di Renzi per la manifestazione di sabato della CGIL
ha finito con il colpire anche Cisl ed UIL che sono da sempre ben più
servizievoli verso il governo.
Susanna Camusso ha definito "surreale"
l'incontro. L'aggettivo non è adeguato: l'incontro è stato uno strappo, una
ostentata negazione del diritto conquistato nel corso di diecine di anni nei
quali le cosidette finanziarie che hanno preceduto la legge di stabilità erano
sempre state sottoposte al giudizio delle organizzazioni dei lavoratori. Insomma
si passa dalla concertazione alla quale teneva moltissimo Ciampi alla
estromissione violenta dei si ndacati dalla possibilità di influire in qualche
misura nelle scelte che riguardano il futuro prossimo dell'Italia.
La
concertazione sia stata introdotta una ventina di anni fa. Il documento di
riferimento è il protocollo del 23 luglio 1993.Quel protocollo si può stracciare
come è stato fatto ieri a Palazzo Chigi? Ne debito!
Evidentemente Matteo
Renzi riserva solo al suo amico guru e finanziatore Davide Serra ed al branco di
squali che ne ha finanziato l'irresistibile ascesa al vertice della Italia il
diritto di discutere la legge di stabilità.
Per disgrazia di questo Paese i
sindacati del regime non sono in grado di reagire e di organizzare una protesta
rispetto a questo atteggiamento del governo. Magari si sentono sollevati dalla
responsabilità di cose che avranno comunque una enorme influenza sulla vita
delle persone. Sono anche molto dubbioso della reale voglia della CGIL di fare
lo sciopero generale. Il destino di questo discende solamente da quello che
accadrà dentro il PD. A quanto pare ieri gli esponenti della sinistra PD si sono
sgolati per fare sapere che loro non faranno nessuna scissione. Come i topolini
di Hamelin seguiranno il Pifferaio Magico verso il burrone dal quale
precipiteranno.
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