sabato 4 ottobre 2014

Renzi e la triade



L'incontro di martedì prossimo di Renzi con la Triade

 I sindacati "ufficiali" italiani si sono resi indifendibili per l'accondiscenza che per almeno un ventennio hanno avuto verso il padronato ed il governo consentendo a tutte le controriforme che sono state loro proposte. Questa debolezza dei sindacati che non riscuotono più la fiducia dei lavoratori anche se continuano ad avere milioni di iscritti per il marchingegno della delega difficile da revocare viene sfruttata da Renzi il quale ne vuole quella che chiama "rottamazione" e non certo il rinnovamento e l'avvento alla loro testa di una nuova generazione. La visione politica di Renzi come quella dei liberisti più incalliti esclude l'esistenza di organismi intemedi come i sindacati non solo dei lavoratori ma anche degli imprenditori. Infatti propone alle aziende a partecipazione statale di uscire dalla Confindustria come ha fatto a suo tempo la Fiat di Marchionne. Una cosa che provocherebbe alla Confindustria un danno di 25milioni di euro annui di quote associative.
  Ma Renzi non vuole altri sindacati al posto di questi che ha condannato al ludibrio pubblico. Pensa che il Governo debba governare la società senza confrontarsi con le associazioni alle quali questa riesce a dar luogo. La soppressione delle strutture intermedie fa parte del progetto tatheriano della società fatta di persone sole che si debbono limitare soltanto a votare e rinunziare ad essere rappresentati ed ad influire alle decisioni che riguardano la loro vita sociale.
   L'incontro di martedì tra Renzi ed i Sindacati sull'art.18 e non solo non credo che avverrà in condizioni di normalità democratica. Renzi annuncerà le sue decisioni e queste non sono discutibili. Vuole abolire del tutto il reintegro nonostante le decisioni  della direzione PD. I segretari confederali ne dovranno prendere atto limitandosi ad esprimere il loro malumore.
  Da ieri Renzi martella i sindacati di critiche attaccandone la rappresentatività dicendo che sono sindacati di pensionati perchè queesti sono il 53 per cento dei loro iscritti. L'attacco di Renzi è infondato perchè i lavoratori attivi sono rappresentati da CGIL CISL UIL in proporzione non diversa da quella dei sindacati europei più consolidati e rappresentativi e l'alta percentuale dei pensionati è dovuta ad una affiliazione-fidelizzazione altissima in Italia Italia. I pensionati  altrove non fanno  sindacato a sè perchè vige l'usanza di iscriverli  nei sindacati delle categorie di appartenenza.  Il nuovo sindacato è nato da molto tempo ed in  parte è già invecchiato. E' fatto da organizzazioni di base.
   In effetti si è già creato in Italia il nuovo sindacato di classe con i Cobas e l'UBS.in grandissima parte costituiti da persone di sinistra provenienti dalla CGIL. Ma questi sindacati sono discriminati per legge dallo Stato che non riconosce loro gli stessi diritti concessi quasi in monopolio a CGIL-CISL-UIL. Finora non sono riusciti a diventare un punto di calamitazione dei lavoratori italiani capaci di costituire una forte alternativa alla situazione esistente. Il Governo ed il Padronato ce la mettono tutta per tenere con la testa sott'acqua il sindacalismo di base ed impedirgli di crescere e di espandersi,.
   Altro ostacolo al successo dei sindacati di base è la tara di vizi che molti attivisti e dirigenti si sono portati appresso dalle loro provenienze originarie. Il burocratismo è uno di questi ed anche la tendenza al micro-sindacalismo cioè alla chiusura dentro l'ambito aziendale o categoriale senza tenere conto di quella che la CGIL chiama "confederalità" che era la capacità ideologica di inquadrare le vicende del lavoro in un contesto generale che tiene conto di tutti i fattori geopolitici e sociali.
  Credo tuttavia che attraverso i sindacati di base si possa creare in Italia un nuovo sindacato che sia- come si diceva una volta della CGIL- autonomo da partiti, governi e padronato.

 

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