domenica 26 ottobre 2014

Il giorno dopo

 Il giorno dopo SanGiovanni e la Leopolda


Due grandi signore del giornalismo italiano Concita De Gregorio e Norma Rangeri si sono lasciate andare a descrizioni che dire oleografiche ed estetizzanti è poco dei due grandi eventi di ieri: la Leopolda di Firenze e la grande manifestazione di Roma della CGIL. La descrizione che ne hanno fatto è frutto del saccheggio di tutti gli aggettivi positivi del vocabolario italiano. La Leopolda viene descritta come un evento fatidico che prepara un grande luminoso futuro all'Italia, come il marchingegno leonardesco per recuperare splendore e felicità all'Italia. Renzi vi ha comunicato che vuole governare "soltanto" fino al 2023 ed io immagino una folla di fans che lo pregano non limitare soltanto ai prossimi dieci anni la sua miracolosa e taumaturgica azione alla testa del governo. In quanto alla piazza di San Giovanni che tutti i giornali danno stracolma e trabordante di oltre un milione di persone la descrizione che ne dà la Rangeri rievoca tutti gli stereotipi delle rappresentazioni mitiche delle lotte a cominciare dal colore rosso delle bandiere e dei palloncini.
 Gran parte del giornalismo italiano si muove più o meno nell'orbita tracciata da Concita De Gregorio. Tutti vedono nella Leopolda l'atto fondativo di una nuova civiltà che farà tanto tanto bene all'Italia! Il Manifesto di Rangeri è il solo a decantare le qualità del movimento operaio come una rarità da collezionisti.

 I fatti purtroppo non sono quelli che ci vengono rappresentati. Il tono elegiaco e da ode manzoniana della Rangeri non corrispondere alla realtà di una folla dominata dalla paura dall'angoscia dal rancore dalla rabbia e dalla disperazione. La folla del SanGiovanni di oggi non solo è vestita peggio di quella che Cofferati riusci a convocare per fermare Berlusconi nel marzo del 2002 ma è anche assai meno forte. E' diventata debole, debolissima. Nel corso di questi dodici anni ha perso parte essenziale del suo peso sociale. Conta molto ma molto di meno a causa di tre fondamentali novità: la legge Biagi che precarizza il lavoro e distrugge il valore professionale e delle lauree, la legge Fornero che distrugge le pensioni e parte dell'art.18 e le modifiche del processo del lavoro che rendono assai difficile l'accesso dei lavoratori ai tribunali. Questo è avvenuto con la complicità verso i governi ed il padronato di CGIL Cisl ed Uil. Oggi l'Italia è in fase recessiva ed ha perso gran parte del patrimonio di aziende che possedeva nel 2002. Il paese rappresentato dai manifestanti di oggi è un paese ingiusto, squilibrato, con una media di salari bassi e bassissimi sovrastate da scandalose remunerazioni dei managers.
  La classe operaia ( voglio chiamare tale in senso latu la gente del corteo) è in uno dei momenti più infelici della sua esistenza. Non è venuta a Roma per rivendicare nuovi diritti ed una vita migliore ma per non perdere quel poco di art.18 che ancora le rimane e per proporre una soluzione per le centinaia di migliaia di licenziati e di cassintegrati che dovranno ingegnarsi a vivere con 700 euro al mese o con l'unico welfare che ha l'Italia: la famiglia, l'aiuto dei genitori o dei nonni.
  La Camusso ha parlato di un possibile s ciopero generale senza indicarne la data. Basta questo per sapere che lo sciopero generale che Repubblica dà per scontato non ci sarà. La montagna partorirà un topolino malaticcio: ci sarà un compromesso che aggiungerà qualcosa a quello che la Fornero si è già presa dello Statuto dei diritti.Il messaggio politico fondamentale che il governo ha lanciato resterà intatto: nelle aziende i lavoratori conteranno molto molto di meno e poi con il contratto-ricatto a tutele crescenti saranno ridotti a marionette che dovranno saltare tanti ostacoli per raggiungere i diritti che dovrebbero essere erogati fin dallo inizio del rapporto di lavoro. Perderanno anche il TFR anche se all'inizio la cosa verrà dissimulata dalla mensilizzazione. 
  Ci sarà un compromesso perchè al PD ed a Renzi non conviene fare radicalizzare ancora di più i manifestanti di oggi Il PD ne perderebbe l'appoggio dovuto ad una fidelizzazione irrazionale dura da rompere che si è trasferita dal PCI. . Un compromesso per togliere di meno di quanto resta ai lavoratori. La forza resterà imbrigliata e sarà imbrigliata in primo luogo dalla Camusso e da Landini come del resto questi hanno fatto con la Fornero-Monti  e con Berlusconi per la legge Biagi.
   Chi è a contatto con i lavoratori chi ha un figlio o un fratello che lavora sa bene quanto sia diventata ostile e matrigna malvagia l'azienda verso i suoi lavoratori. Turni massacranti e ritmi di lavoro aumentati. Il cielo che sovrasta piazza Dan G iovanni non è azzurro e luminoso ma plumbeo. Il freddo dell'imminente inverno penetra le ossa di Cipputi. Trovare i soldi per il riscaldamento oltre che naturalmente per vivere sarà sempre più dura. Torneranno i geloni.

 

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