giovedì 22 gennaio 2015

I mille Miliardi di Draghi

  L'Europa di Draghi
   Investimenti e salari

La BCE ha presentato un progetto per l'acquisto di titoli di Stato di oltre 1000 miliardi di euro da qui al settembre dell'anno prossimo. Una massa notevole di denaro messo a disposizione dei singoli Stati che dovrebbe combattere la deflazione rilanciando gli investimenti ed immettendo appunto nuovo fresco denaro nella economia europea.

 Ancora non si conoscono i dettagli del piano e quindi mi limito ad alcune ossservazioni generali. Questo Piano si aggiunge al Piano Junker per i trecento miliardi di i nvestimenti discusso al Parlamento Europeo?
  Quanta parte dei 1000 miliardi messi a disposizione della BCE servirà davvero agli investimenti e quanta sarà assorbita per il pagamento dei debiti dei singoli Stati? In che misura i vari Stati della Unione concorreranno alla utilizzazione della somma?
  Una cosa è certa: qualunque proposta dal lato della offerta non sarà efficace a cambiare le cose se non si opera dal lato della domanda. Ora in Europa gli investimenti si rilanciano se c'è richiesta di prodotti e di consumi da parte del mercato. Se resta invariata la situazione dei redditi da lavoro e la pressione fiscale è difficile che ci potrà essere un miglioramento generale in senso antideflattivo della situazione. La tendenza politica che è stata impressa sul grappolo dei salari europei non è rivolta a fare crescere i salari più bassi livellandoli od avvicinandoli a quelli più alti ma di fare scendere i salari più alti. Se avessimo strumenti per penetrare meglio le situazioni nazionali ci renderemmo conto che la tendenza generale che riguarda tutti è la discesa verso il basso verso il salario della Bulgaria che non supera i 300 euro mensili.
  L'Europa ha bisogno di ridurre le sue diseguaglianze interne. La condizione dei lavoratori inglesi,francesi,tedeschi,scandinavi è profondamdente diversa da quella dei lavoratori portoghesi,bulgari,rumeni, polacchi. All'interno di ognuno degli Stati ci sono situazioni diverse per la tendenza a creare due o tre mercati del lavoro interno con lo scopo di degradare nel tempo e con la contaminazione il primo mercato. In Italia abbiamo una centrale di bassi salari legalizzati derivanti dalla legge Biagi. Anche nella ricca opulenta Germania ci sono lavoratori a 500 euro al mese che convivono con lavoratori a 4000 mila euro al mese. Poi il "mercato" dei diritti è una vera e propria giungla. In Italia è stato introdotto il famigerato contratto a tutele crescenti che è ben diverso dal contratto di milioni di lavoratori tedeschi che beneficiano della alleanza della grosse coalition tra socialdemocratici e liberali,. In sostanza quali investimenti si potranno fare in Europa se il mercato non è in grado di assorbire nuovi prodotti?
  In sostanza la BCE si rende disponibile a finanziare uno sviluppo che non ci potrà essere fino a quando non si liquideranno le diseguaglianze delle masse di redditi e non si metterà la gente nella condizione non solo di sopravvivere ma anche di vivere.  Oggi centinaia di milioni di lavoratorfi europei sono condannati solo a sopravvivere. 
 Naturalmente i sindacati stanno zitti e guardano da un'altra parte come se la cosa non li riguardasse.

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