sabato 31 gennaio 2015

la Contraddizione

 


·
La contraddizione delle "riforme" e la questione euroatlantica
 

Ieri il furbissimo Matteo Renzi ha tenuto un profilo basso. Sapeva che la giornata non gli apparteneva anche se era stato lui a crearla. La giornata sarebbe stata tutta per Sergio Mattarella, dodicesimo presidente della Repubblica.
Il quale ha fatto due cose: Ha dichiarato che il suo pensiero era per le difficoltà e le speranze dei cittadini.Sono state le prime parole umane sentite nel paese incarognito dalla Job Act che mi hanno sinceramente commosso: difficoltà e speranze di milioni di italiani che davvero stanno traversando un brutto quarto d'ora. Molti di loro non hanno più speranze da un pezzo ed hanno financo rinunziato a cercarla. Matteo Renzi si è affrettato a fare sapere che ci sarebbero stati anche dissensi con il nuovo Capo dello Stato quasi a prepararci a qualcosa di più della normale dialettica istituzionale tra Capo dello Stato e Governo.
In effetti la contraddizione potrebbe nascere dalle cosidette "riforme" a cominciare dalla riforma elettorale che è disegnata completamente fuori dai precetti della costituzione perchè riduce le elezioni ad una farsa nella quale tre quarti di eletti saranno nominati e la maggioranza avrà un premio scandaloso. La legge elettorale più in linea con la Costituzione è il proporzionale puro. Si possono tollerare cose diverse fino al Mattarellum ma non certo fino allo Italicum. C'è la cosidetta riforma del monocameralismo che pone grossi problemi di equilibrio istituzionale. Una sola camera crocifissa con richieste continue di voti di fiducia ed esonerata dalla discussione con i decreti leggi non è certo quello che volevano i padri fondatori della Repubblica. C'è poi tutto il pacchetto delle riforme che sfiorano o svuotano la prima parte che si dice intoccabile della Costituzione,.
Insomma il Presidente galantuomo professore di diritto costituzionale come si posizionerà rispetto le riforme reclamate dal suo grande elettore? Potrà andare assieme a lui avanti nello sfregio della Costituzione ridotta a mero sbrindellato orpello di ceto al potere che vuole tutto per sè ed è insofferente ai limiti ed alle regole della democrazia?
Matteo Renzi e la sua cricca hanno tagliato fuori dalla tutela della Costituzione e quindi dello Stato i lavoratori con la job act una legge che equivale alle sanzioni che il fascismo comminò agli ebrei con le leggi razziali. Il lavoro che è alla base della Costituzione non è più un diritto comde si sono lasciati sfuggire la Fornero, Sacconi, Ichino. Il mancato reintegro in un paese come l'Italia equivale per molte persone ad uina condanna alla disperazione della miseria. Ci saranno da approvare i decreti relativi alla Job Act. Renzi vuole il massimo per i padroni. Come si comporterà Mattarella?
Il Presidente vorrà essere tutore severo della Costituzione e si trova davanti il cantiere aperto di demolizioni volute dal governo e dal segretario del partito dal quale proviene. Dialettica sociale nel paese ne abbiamo poca perchè la CGIL fa soltanto finta di difendere i diritti dei lavoratori ed ha ridotto a zero il conflitto. Mattarella vorrà essere il Presidente della liquidazione sotto costo dei diritti e della stessa Costituzione?
Tutto questo scenario è sovrastato dalle questioni che si aprono in sede europea e nella politica internazionale. L'Europa della austerità contestata dalla Grecia ed in parte dallo stesso governo italiano non sembra volere cambiare linea ed assume atteggiamenti di intolleranza e di condanna delle posizioni di Tsipras. La stessa Europa è allineata in modo asinino con gli USA ed ha inasprito i rapporti con la Russia con la quale l'Italia ha sempre commerciato trovandosi bene. Quale posizione saprà assumere Mattarella nel contesto europeo? Sarà obbediente e servizievole con Obama e con l'euroatlantismo? L'Italia lascerà la Grecia isolata mentre la Spagna si avvia verso un cambiamento radicale delle sue posizioni?

Nessun commento:

Posta un commento