domenica 25 gennaio 2015

la speranza della Grecia



  La speranza della Grecia

Gli USA non si rendono conto che le politiche di guerra che praticano sono tutte fallite e producono soltanto dolore alla umanità. Non c'è un solo Stato nel quale siano intervenute per esportarvi democrazia o per raddrizzare le gambe ai cani che stia bene. Dalla Libia all'Iraq dovunque siano arrivati la morte è di casa e continua a mietere vittime. Hanno bisogno di un lunghissimo periodo di isolazionismo o di avere la forza di riproporre la politica degli anni trenta politica che creò le condizioni per sconfiggere il nazismo. Se gli USA avessero avuto una presidenza diversa da quella di di Roosveelt dopo si sarebbero  alleati con Hitler che peraltro era foraggiato dalla Confindustria USA e da WalllStreet.
Gli USA si identificano con le sorte meravigliose e progressive del capitalismo. Un capitalismo sempre più arcigno e sempre più arrogante come quello che si è riproposto quest'anno a Davos nell'annuale appuntamento congressuale nel quale rimette a punto le sue politiche.
Il capitalismo ha emarginato le corrente progressiste dei suoi miglioristi keinesiani anche se concede loro qualche premio Nobel. Ha separato del tutto il destino delle imprese specialmente multinazionali dal destino delle nazioni e delle popolazioni. Le multinazionali USA e WallStreet vanno avanti per la loro strada di iperliberismo e di mercificazione totale del lavoro senza fermarsi a considerare gli effetti che queste politiche producono sugli Stati. Negli USA cinquanta milioni di persone soffrono la fame anche se Obama si affanna a proclamare il ritorno alla prosperità e l'incremento della occupazione. La qualità della occupazione in crescita è quasi tutta scadente. Non si tratta mai di contratti a tempo indeterminato o almeno annuali ma della spazzatura giuridica creata con le politiche tipo contratto a tutele crescente o legge Biagi. Il lavoro non è più un valore nelle società capitalistiche che lo hanno sconfitto assorbendo i sindacati alle loro politiche. I sindacati in Occidente hanno perso il loro ruolo di tutela dei diritti dei lavoratori e non esercitano più l'influenza democratica e positiva che esercitavano quando non erano ancora stati impagliati.Il socialismo è in crisi profonda e mentre il capitalismo si rinnova nelle sue strategie ogni anni a Davos e dispone di strumenti importanti di intervento come il sistema bancario, il FMI, la BCE e la stessa UE, il socialismo nato come internazionale dei lavoratori non riesce a riunirsi da molti anni e dalla crisi dell'IRSS in poi è diventato o liberista o forza undeground che vive nei recessi della classe operaia senza riuscire a mettere la testa al sole.
  Il mondo ha bisogno di socialismo a cominciare dagli stessi States. L'Occidente capitalistico vive in una cupa atmosfera di guerra perenne che alimenta con la ossessione del terrorismo e provocando nazioni pacifiche come la Russia e la Cina. La Cina è stata umiliata e sbeffeggiata sin dalle Olimpiadi nel corso delle quali si montò il teatrino del Monarca Buddista che pretende il Trono del Tibet e si fecero innumerevoli molestie. La Russia ha dovuto subire un colpo di Stato Cia Nazista alle porte di casa in Ucraina ed ora assiste quasi impotente alla militarizzazione Nato di Kiev ed alle stragi delle popolazione filorussa.
 Spero che la domanda di socialismo trovi preso una risposta. Solo il socialismno può garantire con la  dignità umana che la libertà del capitalismo non garantisce la pace del mondo. Forse dalla Grecia che sta alla base della cultura mondiale può ripartire un moto, una scintilla per rimettere in moto la storia. La storia usata solo dal capitalismo è una tragedia. La dialettica che solo il socialismo è capace di introdurre può fare rivivere la storia oggi finita nella palude fetida dei  Rothschild e dei Rochefeller.
 

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